Avvisate Andrea Monda, direttore dell’Osservatore Romano: in Vaticano da settimane dicono che Papa Francesco «stimi come nessun altro Marco Damilano». Galeotta l’Assemblea diocesana Ricucire lo strappo: oltre le disuguaglianze, evento conclusivo del percorso (Dis)uguaglianze, promosso a 50 anni dal celebre convegno sui mali dell’Urbe. Si racconta di un Bergoglio incantato dal giornalista impegnato a dare una lettura “di sinistra” della città eterna. Uno “ spiegone” che non è passato inosservato. Sull’Osservatore Romano è stato dato naturalmente grande spazio all’evento, e ai virgolettati dell’ex direttore dell’Espresso, che ha sottolineato come a Roma ci sia «una cultura di mediazione tra i conflitti, di equilibrio, di armonia sociale che è l’opposto delle disuguaglianze. L’unica che può costruire giustizia», e che la Chiesa «con la sua rete capillare di parrocchie, comunità religiose, associazioni, è la prima risposta alla solitudine delle persone». Roba da fare invidia a Walter Veltroni. Al Papa poi è piaciuto tantissimo “il Damilano politico”, che vuole vedere Roma come un «modello di integrazione e di convivenza delle diversità, come è sempre stata nella sua storia, con esperienze innovative», una città che secondo lui deve «trasformarsi in una città multicentrica, dove non esistono più le periferie, la lontananza dal centro. Un luogo della speranza, in cui la solitudine diventa non una moltitudine indistinta, ma un popolo in cui ognuno arriva con le sue fragilità, le debolezze, la possibilità di riscatto», e per questo «serviranno forme inedite, creative, di presenza nella società, di partecipazione democratica, di evangelizzazione e di promozione umana. Per ricucire serve una presenza discreta, una guida carica di attenzione». Come andrà a finire? I maligni, che nella Città del Vaticano non mancano mai, predicono per Damilano la direzione dell’Osservatore Romano, il quotidiano papale. Ma nessuno vuole dirlo ad Andrea Monda, l’attuale numero uno del giornale.
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