giovedì 27 ottobre 2022

Rompere il tetto di cristallo: L'ha rotto la prima donna arrivata a Palazzo Chigi, mentre ai 'figli di...' sarebbe impossibile

  L'esistenza sopra le teste di ciascuno di noi di un 'tetto di cristallo' difficile da scalfire, ancor più da rompere per vedersi aprire  orizzonti diversi, per assecondare nuove legittime aspirazioni, per rompere vincoli e catene culturali e sociali, e naturalmente anche professionali, è ciò di cui si parla molto di questi tempi, specie dopo l'approdo della giovane Meloni a Palazzo Chigi, lei prima donna in Italia, dopo 31 uomini, a governare il Paese e che quel tetto è riuscita a rompere, a ridurlo in mille pezzi.

 Lei il tetto di cristallo che impediva la parità di genere nelle professioni come nella politica, anche ai più alti gradi, l'ha rotto. Naturalmente non è l'unica, ma è la prima nel governo del  nostro Paese.  Di consimili tetti, in ogni settore, se ne sono visti, non ogni giorno certamente, le schegge a terra. E la stessa Meloni, nel suo discorso alle Camere ha fatto un elenco di altre donne che, come Lei e prima di Lei, hanno infranto quel tetto.

 Negli stessi giorni del deflagrante 'caso Meloni', i giornali sono tornati sull'argomento, a seguito delle dichiarazioni di noti personaggi che lamentavano come ai loro figli, e in generale  a buona parte dei 'figli di...'  infrangere quel tetto risulta impresa quasi impossibile. Anzi, secondo alcuni impossibile e basta. Noi non crediamo a quanti dicono che la vita dei 'figli di...' è più dura di quelle di qualunque altro figlio, al netto dei privilegi che in molti dimenticano di sottolineare.

 Lo ha fatto Bruno Vespa, pensando a suo figlio Federico, attivo nella medesima professione di suo padre, che quel tetto non riuscirà mai ad abbatterlo, per via dell'esistenza di suo padre. Concludendo, sottinteso, che per i figli di...tutto è più difficile.

 E oggi Riccardo Muti, anticipando le prossime recite, a Torino, del Don Giovanni mozartiano, indirettamente è tornato sull'argomento per giustificare come da anni ormai egli, dopo la Scala, diriga  opere solo se  in coppia con sua figlia Chiara, regista delle medesime. Chiara è regista ed io musicista, indipendentemente dal fatto che lei è mia figlia.

 Perchè diciamo che indirettamente anche Muti affronta il medesimo tema? Perchè Chiara Muti che aveva iniziato come attrice, ha proseguito come regista esercitando, si dà il caso, quasi esclusivamente, o esclusivamente, nel festival di 'mammà (Ravenna) o quando dirige il 'babbo'. Insomma anche Lei, bravissima, non riesce a rompere il tetto di cristallo  che la opprime, perchè 'figlia di...' Ed è per questo che ci hanno pensato mammà e papà. Potrebbero fare altrettanto  Augusta e Bruno Vespa per Federico.

 Non si pensi, alla luce di questi esempi, che altri celebri direttori ed altrettanto celebri giornalisti non abbiano fatto, come Muti, con i loro figli.

 Perciò il problema esiste. E meglio sarebbe se i figli non seguissero, professionalmente, le orme dei genitori, perché nel caso in cui lo facessero, sarebbero sempre i 'figli di...', anche quando il figlio supera di gran lunga il padre. Come nel caso, per la direzione d'orchestra, di Carlos Kleiber, figlio di Erich, dove il figlio è più bravo del padre.

 Ci sono, però, casi, sotto gli occhi di tutti, in cui qualche figlio di... ha rotto quel tetto di cristallo e si è imposto nella medesima professione del padre, anche nella stessa azienda, che non era di proprietà del padre. Il caso di Alberto Angela, e di Piero, ambedue bravissimi, ed ambedue nella tv di Stato, fa pensare che sebbene quel tetto sia infrangibile, non è infrangibile per tutti, perchè durissimo per tutti.

 Noi non ricordiamo gli esordi di Alberto Angela, nè ci interessavano sia allora che oggi. Constatiamo solo che Piero ed Alberto Angela, il secondo 'figlio di...', hanno fatto carriera, come non verrebbe consentito, ad esempio a Federico, secondo i desiderata di Bruno Vespa, suo padre, contemporaneamente e nella medesima azienda pubblica - non 'di famiglia'.

Si può pensare che Federico non sia bravo come suo padre, mentre Alberto, è apparso subito che era bravo quanto suo padre e perciò i dirigenti della tv pubblica hanno chiuso un occhio sul fatto che potessero lavorarvi padre e figlio? Come fanno anche attualmente per altri casi, anche nella tv pubblica,  ed anche nel settore giornalistico?

Non possiamo dirlo.  Ma è inutile negare che per Giorgia Meloni ha giocato a suo favore intelligenza, preparazione, determinazione; mentre in molti casi mancano alcune di queste caratteristiche-virtù che consentirebbero a più d'uno, forse a chiunque (?), di rompere il fatidico 'tetto di cristallo'.

Ma dato per scontato che quel tetto di cristallo non è infrangibile alla stessa maniera per tutti, c'è anche da considerare che  a molti professionisti, 'figli di...' od anche no, bravi se non più dei loro padri,  infrangere quel tetto non interessa,  e che  spesso non ne hanno la benchè minima voglia. 

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