zelensky sakharov (1) (1) © Fornito da Il Riformista zelensky sakharov (1) (1)

Il Parlamento Europeo aveva approvato una risoluzione in cui chiedeva un maggiore invio di armi all’Ucraina alla scorsa Plenaria. Il Consiglio Europeo, l’organo che riunisce i capi di stato e di governo dell’Unione Europea, lo scorso giugno aveva deciso di assegnare all’Ucraina e alla Moldavia lo status ufficiale di Paese candidato a entrare nell’Unione, una decisione anche dall’alto valore simbolico a quattro mesi dall’invasione da parte della Russia annunciata dal Presidente Vladimir Putin come “operazione militare speciale”.

La candidatura del popolo ucraino e del Presidente Zelensky era stata sostenuta da gran parte dell’Aula e promossa da popolari, socialisti, liberi e conservatori. “La guerra di aggressione ingiustificata della Russia contro l’Ucraina sta infliggendo costi enormi al popolo ucraino, che non sta combattendo solo per proteggere le proprie case, la sovranità, l’indipendenza e l’integrità territoriale, ma anche per difendere la libertà, la democrazia, lo Stato di diritto e i valori europei contro un regime brutale che cerca di minare la nostra democrazia, indebolire e dividere la nostra Unione“, si legge nelle motivazioni del premio.

Il riconoscimento è stato istituito nel 1988 per onorare persone e organizzazioni che difendono diritti umani e libertà fondamentali. È stato intitolato allo scienziato e dissidente sovietico Andrei Sakharov. Il premio prevede un assegno da 50mila euro e l’assegnazione avverrà il 14 dicembre a Strasburgo. L’anno scorso era stato vinto dal politico e attivista russo, al momento detenuto, Alexei Navalny. A sfiorare il premio il fondatore di Wikileaks, Julian Assange, arrivato tra i tre finalisti, e la Commissione Verità in Colombia, candidati nominati rispettivamente dal Movimento 5 Stelle e dal gruppo Sinistra Unita.

La nota sottolinea che il premio vuole evidenziare gli sforzi del presidente Zelensky, insieme al ruolo di singoli individui, di rappresentanti della società civile e di istituzioni statali e pubbliche, tra cui i servizi di emergenza dello Stato ucraino, Yulia Pajevska, fondatrice dell’unità medica di evacuazione Angeli di Taira, Oleksandra Matviychuk, avvocatessa per i diritti umani e Presidente dell’organizzazione Centro per le libertà civili, il Movimento di resistenza civile Nastro giallo e Ivan Fedorov, sindaco della città ucraina di Melitopol, attualmente sotto occupazione russa.

A Kiev era stata presa invece in malo modo l’attribuzione del Premio Nobel per la Pace al dissidente bielorusso Ales Bialiatski e all’associazione per i diritti umani russa Memorial. Mykhailo Podolyak, consigliere del capo dell’ufficio del presidente ucraino, che non usa mezzi termini: “Il Comitato per il Nobel ha una concezione interessante della parola ‘pace’ se rappresentanti di due Paesi che hanno attaccato un terzo ricevono il Premio Nobel insieme. Né organizzazioni russe né bielorusse sono state in grado di organizzare la resistenza alla guerra. Il Nobel di quest’anno è ‘fantastico‘”.