sabato 8 ottobre 2022

'Caro Pianoforte' di Giovanni Spadolini ( Piano Time, mensile. Anno I, n.3, giugno 1983. Pag. 9)


Caro Pianoforte,

                             mentre ti rivolgo queste parole mi torna alla mente il messaggio  che hai saputo comunicare, nel volgere dei secoli, da quell'età dei 'lumi' da cui tu fosti battezzato fino ad oggi, all'intera umanità. Un messaggio racchiuso nelle tue note, così delicate e suggestive, che si incontrano con i più nobili sentimenti umani a comporre una musicalità rivelatrice di una civiltà d difendere nelle sue fondamenta.

 Musica e Civiltà. Ecco il binomio fondamentale che la tua musica evoca in noi, che consideriamo la composizione musicale una delle più significative componenti della creazione artistica. Dove l'arte esprime un complesso di valori di umanità che ci aiutano  a tener lontano il baratro della barbarie.

 Sono i valori che ritroviamo nell'eredità musicale dei grandi maestri che si avvalsero della tua collaborazione, con una armonia di note musicali unite a comporre un quadro che non conosce linee di demarcazione fra l'opera della ragione e l'opera del sentimento. Due dimensioni fortemente legate da una comune tensione ideale volta a celebrare e a far trionfare la dignità dell'individuo nel corso della storia.

 Come potremmo dimenticare quelle Sonate che risvegliano una sensibilità umana maturata e ingentilita dal Medioevo ai tempi moderni? 

Ma soprattutto c'è un errore che mai e poi mai commetteremmo: quello di considerarti uno strumento legato ad un mondo ormai tramontato, ancora 'artigianale', sopravanzato dall'ingresso che la tecnologia e l'elettronica hanno oggi compiuto anche nei conservatori musicali e negli auditori.

 No. Il tuo timbro musicale resta insostituibile: senza quel timbro, senza quelle note non avremmo avuto il piacere di ascoltare quelle creazioni che maggiormente hanno segnato la storia della musica.

E poi, il tuo suono resta quello che nel quadro composito delle più moderne dei tempi nostri ancora oggi costituisce l'elemento dominante di un'arte musicale che si trasforma solo nella continuità. Esempio vivente di una evoluzione che procede senza cancellare le sue origini.

Il mio saluto, quindi, è un augurio: possa tu conseguire, fra tutti gli strumenti musicali, quel primato che si lega in modo inscindibile alla tua completezza di musicalità. Una completezza ancora unica.

                                                          Giovanni Spadolini


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