mercoledì 19 ottobre 2022

Le scuole italiane non sono sicure. L'ultimo crollo all'Università di Cagliari

 Il crollo dell'Aula Magna di una facoltà dell'Università di Cagliari, l'altro ieri a sera tardi che, perciò, non ha avuto nè morti né feriti, torna a far riflettere sulla situazione edilizia delle nostre scuole che, come si va dicendo da tempo senza che comunque nulla venga fatto  in  fretta, è disastrosa. 

 Tanto per fare qualche esempio, noi che abbiamo insegnato per tutta la nostra vita,  girando diverse scuole e diverse città, sappiamo bene in quale condizione sia ridotto il patrimonio edilizio scolastico.  E, per questo, ci siamo chiesti tante volte, come si può educare uno studente a rispettare il bene comunque, di qualunque genere, anche edilizio perciò, se entrando a scuola  gli sembra di mettere piede in un territorio  teatro di battaglia fino a pochi minuti prima: sporcizia, banchi rotti e pieni di scritte, muri anche sfondati - su una delle porte di un'aula del Liceo Castelnuovo dove abbiamo insegnato qualche anno, c'era un enorme buco e sotto la scritta 'foro italico' ecc,,, per non dire dei bagni: in tutta la nostra vita scolastica, che è durata quarant'anni circa,  crediamo di ricordare di  essercene serviti forse quattro o cinque volte,  solo in casi di estrema necessità. Insomma un disastro.

 Avevamo letto  nei mesi scorsi di un corposo finanziamento del PNRR destinato proprio all'edilizia scolastica, ma ricordiamo anche di aver letto che i lavori  in tutta Italia non sarebbero cominciati prima del 2024, perchè?

Veniamo, invece,  a Cagliari, dove in una delle facoltà della locale università, l'altro ieri, verso le 23 è crollata l'aula magna, dove finno a due, tre ore prima c'era stata una lezione  della facoltà di Lingue, in presenza di oltre cento studenti.

 Una notizia allarmante che  aggiunge allarme ad allarme: dall'inizio dell'anno in Italia, ci sono stati  ben 11 crolli nelle scuole - lo hanno detto in tv. Dove hanno mostrato il cumulo di macerie in cui era ridotta quella grande aula dell'Università; il rettore costernato, e l'annuncio che la magistratura avrebbe aperto una indagine.

Nessuno, che sia nessuno, però in tv delle centinaia di giornalisti che si sono buttati sul tragico evento, ci ha detto le uniche due cose che avremmo voluto sentir dire, una volta accertato che non vi erano state vittime, né feriti, data l'ora tarda del crollo.

 E cioè: quando è stata costruita quell'aula magna ed il plesso nel quale si svolgono le lezioni? quando è stata fatta l'ultima manutenzione ordinaria o straordinaria? Trattandosi di un edificio scolastico, è stato verificato ogni inizio d'anno la sua idoneità ad ospitare studenti, la agibilità dei locali?

Questo avremmo voluto sapere. Siccome il crollo non è avvenuto per effetto di un terremoto o di altro evento naturale catastrofico,  non ci basta che il rettore si strappi le vesti, o che la magistratura indaghi  e ci dia il responso fra un paio d'anni.  Vogliamo risposte subito. Dove andranno ora quegli studenti? si farà una verifica tecnica nei locali messi eventualmente  disposizione dell'Università, per il prosieguo delle lezioni?

 Tempo fa ci colpì la dichiarazione dell'attuale direttrice dei Musei Vaticani - e le scuole sono ben più importanti dei Musei. La direttrice interrogata  sulla manutenzione, disse: qui la manutenzione non finisce mai, c'è una manutenzione ordinaria e straordinaria GIORNALIERA, solo così assicuriamo che  si prendano le dovute precauzioni perché non accada nulla di tragico, ma prevedibile.

 In Italia la situazione dei Musei non può esser equiparata a quella del Vaticano; e parimenti la situazione delle scuole. Evidentemente non si tiene in conto la necessità di conservare il nostro patrimonio, e meno ancora la vita dei giovani che ogni giorno entrano nelle aule di scuole ed università per formarsi. 

Esiste in ogni scuola, se ricordiamo bene, una persona, incaricata di occuparsi della sicurezza. Ma, dobbiamo confessare, che non sappiamo cosa faccia, né quale potere di azione abbia in caso di  necessità, o quale catena di comando egli debba  mettere in moto per arrivare ad una decisione di intervento  e a fatti concreti. 

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