Nel commentare il Nobel Oleg Orlo, leader storico dell'ong, oggi ha speso parole di vicinanza agli ucraini co-vincitori del premio con l'attivista bielorusso Ales Bialiatski: "È un onore ricevere il Nobel insieme all'ucraino Center for Civil Liberties. Noi siamo sotto pressione, loro sotto il fuoco del nostro esercito. E anche in queste condizioni continuano a lavorare. È un immenso onore essere al loro fianco". 

Il presidente di Memorial international Ian Rashinski, ha voluto sottolineare che il premio di oggi "dà la forza morale a tutti i militanti russi dei diritti umani" in "tempi deprimenti". 

Memorial Italia, in una nota, ricorda che il Nobel è "un riconoscimento anche a tutte le vittime del gulag e della repressione sovietica messe in silenzio e a chi si batte per garantire la giustizia ai prigionieri politici della Russia di oggi".

L'associazione Memorial è nata in Urss alla fine degli anni Ottanta con lo scopo di promuovere la ricerca storica sullo stalinismo e tutelare la memoria delle vittime. Poi però la sua missione si è allargata e l'ong ha aperto altre sedi, indipendenti ma strettamente connesse tra di loro, in tutto il territorio russo e al di fuori, in particolare in Ucraina, Repubblica Ceca, Francia, Germania, Italia e Polonia.