Nessuno ha mai messo in discussione la competenza tecnica del nuovo Governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, ma quel che ci aspettava da lui era una prova provata di indipendenza verso il Governo Meloni, considerando che la premier non ha mai nascosto le sue simpatie per lui al punto che l’avrebbe voluto ministro dell’Economia. Il fatto che Panetta non abbia mai criticato la mancata adesione al Mes del Governo, unico tra i Paesi Ue, aveva fatto storcere la bocca a molti. Ma ora una prova indiscussa di autonomia della Banca d’Italia edition Panetta c’è ed rappresentata dalla osservazioni critiche alla politica di bilancio del Governo manifestate da esponenti di primo piano della banca centrale nel corso delle audizioni parlamentari dei giorni scorsi. Soprattutto i rischi che, secondo Via Nazionale, corre la sostenibilità del sistema previdenziale parlano chiaro e fanno capire che la banca centrale non ha paura di manifestare dubbi e critiche, anche se la premier può adontarsi. Qualche giorno prima anche il Direttore Generale di Banca d’Italia, Luigi Federico Signorini, aveva avuto modo di denunciare i ritardi nell’attuazione del Pnrr. Bene così. Panetta ha fatto capire perfettamente che l’autonomia della Banca d’Italia è un bene primario che va difeso a tutti i costi e che va percepita dall’opinione pubblica, come nella tradizione di Via Nazionale. Merita un plauso.
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