Il taglio di fondi governativi per quasi 2 milioni di Euro, che ha già ricevuto parere positivo dalla Commissione Cultura del Senato ( presieduta da colpirebbe:
Fondazione "Festival dei Due Mondi" di Spoleto,
Fondazione "La Biennale di Venezia",
Fondazione "La Triennale di Milano",
Fondazione "La Quadriennale di Roma",
Associazione Italia Nostra,
Fondo Ambiente Italiano,
Fondazione Festival Pucciniano,
Associazione Ferrara Musica,
Fondazione Ravenna Manifestazioni,
Associazione Reggio Parma Festival.
Rossini Opera Festival
Tutte eccellenze italiane che immaginiamo sostenute dallo Stato con fondi pubblici che potrebbero invece subire tagli, paventati e denunciatio da tutte le parti.
Diciamo potrebbero, mentre l'unica certezza è che
un finanziamento di almeno 500mila euro che, grazie al taglio effettuato, andrà sicuramente al
Festival delle Città Identitarie
Il festival ideato da Edoardo Sylos Labini, organizzato dalla Fondazione Città Identitarie che punta a promuovere l’identità, la storia, la cultura, l’arte di tutti i territori italiani.
Insomma la qualità, la storia, il prestigio acquisito nel Paese e agli occhi del mondo, messi da parte per favorire un 'festivalino' che tanto piace alle sorelle Meloni, in base alla loro SCARSA (diciamo pure :inesistente) formazione culturale e ALTISSIMO disinteresse per tutto ciò che non ha a che fare con le sorti del loro partito e del governo.
Amara riflessione che ci rimanda a quel che si legge questi giorni a proposito di lauree dubbie ( ministro Calderone) ed anche di lauree certamente facili ottenute dalle 'università cosiddette' telematiche, come ad esempio quelle conseguite da alcuni ministri e da esponenti di questo questo governo, la cui compagine, a livello di studi e formazione, crea imbarazzo.
Il discorso vale naturalmente anche per le ben note sorelle, che si sono fatte tutte da sè ( ?), tralasciando studio e formazione. Non sapremmo spiegare altrimenti lo sfregio che questo governo si accinge a compiere ai danni di eccellenze di questo Paese.
Del resto una premier italiana che quasi sulla soglia dei 50 mette per la prima volta - che forse resterà anche l'ultima - in un teatro d'opera è la prova che se avesse studiato un pò la storia del suo e nostro paese, male non avrebbe fatto a colei che crede di poter sopperire a tale grandissima mancanza con la sveltezza di pensiero, la furbizia e grandissima voglia di arrivare al potere. Assecondata certo dal voto popolare, non si può negare. La folla si può anche manipolare, ma non sempre e non a lungo
(Pietro Acquafredda)
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