domenica 30 giugno 2024

Fabrizio Mancinelli, compositore hollywoodiano, ma aquilano per formazione e studi, è entrato nell'Academy di Los Angeles

 

Il compositore italiano Fabrizio Mancinelli, 45 anni tra un mese, da pochi giorni è un membro dell’Academy of Motion Pictures Arts and Sciences di Los Angeles. Nato a Cles, in Trentino, e cresciuto all’Aquila, Mancinelli ha musicato film per i grandi Studios come Disney, Universal e Paramount e ha diretto l’orchestra per Kris Bowers su Green Book, Il Colore viola o Bob Marley: One Love.
    Racconta  che entrare nell’istituzione che assegna gli Oscar “è il coronamento di un lungo percorso avviato da bambino, in Italia, e decollato a Los Angeles”, dove vive e lavora dal 2011. “Già da piccolo, quello che mi affascinava di più nei cartoni della Disney era la colonna sonora. Le Nozze di Figaro, che i miei genitori mi portarono a vedere al Festival di Spoleto quando avevo 11 anni, confermarono quella passione.
    Tornando a casa, li supplicai di farmi frequentare lezioni di musica e coro. Per fortuna acconsentirono. Mi ci buttai a capofitto: le mie prime composizioni sono state delle canzoncine per le recite scolastiche! Dopo il liceo però non vollero che studiassi solo al conservatorio e per accontentarli frequentai anche giurisprudenza”.
    Ha collaborato con Gian Carlo Menotti a Spoleto, ha studiato con il premio Oscar Luis Bacalov all’Accademia Chigiana di Siena e ha finito con lode il corso in composizione e direzione d’orchestra al conservatorio Alfredo Casella della sua città.
    Una borsa di studio Fulbright gli ha aperto la strada verso gli Stati Uniti: nel 2009, la laurea in Scoring for Motion Pictures and Television all’University of Southern California (Usc). “La spinta verso Hollywood mi ha salvato la vita – sottolinea -. Il 6 aprile del 2009, quando c’è stato il terremoto all’Aquila, l’unica parete che è crollata a casa dei miei è stata quella della mia camera. È franata proprio sul mio letto. Da allora cerco di trasmettere con la mia vita e la mia musica questo senso immenso di gratitudine”.

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