giovedì 20 giugno 2024

Di Salvo Nastasi, 'grande&grosso' direttore generale del Ministero, ora alla SIAE, fresco Presidente della Fondazione del Cinema, il panegirico del quotidiano 'La Repubblica'

 Cavaliere senza colpa e senza macchia, trionfatore assoluto in tutte le campagne che lo Stato da un quarto di secolo circa gli ha affidato,  il Salvo Nastasi dipinto da Gabriella Cerami, l'altro ieri su Repubblica, all'indomani della sua nomina a Presidente della Fondazione del Cinema di Roma, ma già Presidente SIAE me Consigliere delegato di 'Treccani Reti spa' che naturalmente non mollerà, a seguito del nuovo incarico che ha assunto, a titolo gratuito,  per volontà di Gualtieri.

 Non si dice che non può percepire - no che non vuole- neanche un Euro in più di quelli che ha già, quali che siano i suoi nuovi incarichi, perchè ha già raggiunto il massimo compenso in Italia per  un funzionario pubblico, cioè 240.000 Euro. 

 Il panegirico, fuori luogo e senza ombra alcuna che lo offuschi, della Cerami segue, di pochi giorni, il 'grazie' sempre di Repubblica al presidente della SIAE, sempre Nastasi, che dopo la protesta del suo giornale, ha acconsentito  che i giornali e gli altri mezzi di informazione possano utilizzare, per ogni articolo od argomento al massimo quattro immagini del nostro grande patrimonio culturale e artistico, GRATUITAMENTE. Dalla quinta in avanti vanno pagate i diritti al ministero,  secondo un tariffario già stabilito.

 Alla lettura del panegirico mi sono ricordato di quello che feci, ad agosto del 2004, da direttore artistico del Festival delle Nazioni di Città di Castello. In diretta radiofonica, Radio 3, accusai il ministro in carica, Urbani, di aver  tagliato, sciaguratamente, i fondi statali alla musica, desertificando interi territori dell'unica occasione di ascolto e pratica musicale. Si trattava di elemosine con le quali tante piccole associazione riuscivano a realizzare miracolosamente attività utilissime. Successivamente il Ministero, attraverso un algortimo - invocato pilatescamente per lavarsene le mani agli occhi dell'opinione pubblica.- falcidiò nuovamente altri interi settori, come le bande e i cori (partica quest'ultima molto più formativa dell'ascolto musicale proposto di recente dal Ministro Valditara e Uto Ughi per le scuole). Fin  ad allora al Ministero c'era un consigliere, giovane, di soli 29 anni, ma capacissimo - così lo si è descritto sempre, ed ancora oggi - che di  nome faceva Salvo Nastasi. Protetto ieri e sempre da Gianni Letta (che certamente lo suggerì a Urbani che di cultura non capiva un tubo) che - come ho letto numerose volte- era cliente di suo padre, noto commercialista e la cui madre, dott.ssa Laterza, era presidente di sezione della Corte dei Conti, incaricata di vigilare sulle istituzioni pubbliche, e dunque prodiga di consigli  al suo geniale figliuolo.

 Fattosi un nome e con un  padrino di quella fatta ( Letta fu anche testimone di nozze del Direttorone con la figlia  di Gianni Minoli e Matilde Bernabei,  Giulia (conosciuta nelle settimane di manifestazioni aquilane post terremoto) nell'isola di Filicudi.

La strada fu tutta in discesa per l'enfant prodige del diritto pubblico, di Nastasi, dopo quell'inizio e quei padrini eccellenti; ed anche per la persistente ignoranza in materia di tutti i ministri che si sono succeduti nel dicastero della Cultura, tutti nessuno escluso, e perciò obbligato ad ascoltare i consigli, non sempre disinteressati del 'grande & grosso' direttore generale.

 Alla Cerami come a tutti gli altri estimatori di Nastasi, presenti in tutti gli schieramento politici sono volutamente sfuggiti- per non macchiarne l'immagine - alcune notissime malefatte di Nastasi.

 A cominciare dalla guerra che per anni ha fatto all'Orchestra Verdi di Milano (come allora si chiamava), negandole i finanziamenti pubblici (stessa sorte toccò anche all'Orchestra Mozart fondata da Abbado) che, invece, distribuiva a piene mani ad altre orchestre, come la Cherubini' fondata e diretta da Muti (con il quale si è legato a doppio filo, assecondandolo  in ogni sua richiesta, e che ora ha dovuto cedere a Mazzi, sottosegretario di Sangiuliano che di Muti sembra il segretario particolare che gli cura tutti gli interessi).

 Per seguire con il suo commissariamento al San Carlo di Napoli(all'epoca strafinanziato, sempre  con la stessa logica: se sei con me ti do i soldi anche per fare la bella vita) dove avviò il Museo del teatro, a capo del quale mise la sua giovane mogliettina senza lavoro strapagandola ( 5.000 Euro mensili?), fino a quando lo scandalo non divenne  di pubblico dominio e  Giulia Nastasi, dovette fuggire a ganbe levate a Roma. Ed anche con lo scandalo del restauro del Teatro di Pompei con grande iniezione di cemento sulle gradinate, uno scandalo; e con il restauro contestatissimo del Teatro San  Carlo.

 Possiamo anche aggiungere che i problemi dei numerosi teatri che lo hanno visto commissario, dopo la sua uscita sono riemersi di identica forza, segno evidente che durante la sua presenza erano stati accuratamente occultati per non macchiare l'immagine del 'grande & grosso' commissario ministeriale. E tacciamo della sua esperienza a Bagnoli, per decisione di Renzi, da dove è ritornato a Palazzo Chigi senza aver concluso nulla.

 Il suo nome, ancora oggi, viene fatto ogni volta che si libera una poltrona di peso, dalla Rai alla Scala ecc...

 Perchè, nel caso della recente nomina - termina così il panegirico della Cerami- "anche nello schieramento di centrodestra, non vi è nulla da ridere (sic, ma forse voleva dire ridire, perchè da ridere c'è molto!) sulla competenza della persona".

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