lunedì 29 luglio 2024

Berlusconi. la sua discesa in campo gli diede un aiutino per risanare i suoi debiti miliardari. Marina Berlusconi difende suo padre dalle accuse di Scalfari, riprese da Lirio Abbate, e riproposte dalla Procura di Firenze ( da La Repubblica)

 



«Una grande realtà imprenditoriale, che dà lavoro a molti, che anziché ricevere contributi pubblici dà essa stessa un contributo notevole alle finanze pubbliche, un’attività che ha migliorato la qualità di vita di tutti gli italiani (vi ricordate cos’era prima la programmazione della Rai?), che ha dato un supporto fondamentale a un settore importante dell’economia, quello delle aziende che producono beni e servizi di largo consumo, un’attività editoriale che finalmente dopo dodici anni, ottenuta la diretta, ha posto fine al monopolio dell'informazione televisiva realizzando telegiornali obbiettivi, imparziali, impermeabili alle pressioni dei partiti, gli unici Tg fuori dal coro. E questa è la ragione più profonda per cui Scalfari si produce nei suoi attacchi forsennati».

Così mio padre, Silvio Berlusconi, descriveva la Fininvest in una lettera al Giornale del 19 luglio 1993, in risposta proprio all’editoriale di Eugenio Scalfaririchiamato in un articolo a tutta pagina che Repubblica ha pubblicato oggi.

Leggo con stupore che il suo giornale continua a trovare di grande interesse discussioni e vicende che risalgono a più di trent’anni fa e che sono state già ampiamente analizzate, spiegate, sviscerate. Non sta certo a me giudicare quale sia stata l’evoluzione nel corso di questi trent’anni di quello che allora era il Gruppo Espresso. Quello che posso fare - anzi che voglio fare - è parlare di noi, parlare di Fininvest.

Fininvest è un gruppo solido e sano: ha saputo rinnovarsi e continua a macinare utili e a crescere, sia in Italia sia all’estero. Continuiamo a dare lavoro a svariate migliaia di persone, a versare ogni anno milioni di imposte nelle casse dello Stato (quasi 7 miliardi negli ultimi 30 anni) e, mi preme sottolinearlo visto che era l’argomento centrale del vostro articolo, non c’è un singolo centesimo del nostro debito che non sia stato sempre ripagato al sistema bancario. Del resto, e fino a prova contraria, tutte le aziende che vogliono crescere si indebitano. E non mi risulta che, almeno per il momento, questo sia un reato. Poi, dell’ennesima inutile perizia richiesta dalla Procura di Firenze si occuperanno i nostri avvocati.

Le due quotazioni di Borsa che abbiamo realizzato all’inizio degli anni 90 e che hanno incontrato grande favore presso gli investitori, nulla c’entrano con l’ingresso in politica di mio padre, come nell’articolo si tenta di insinuare. Quelle aziende sono, oggi come allora, leader sul mercato azionario nei loro settori di riferimento.

Tutti questi successi li dobbiamo al coraggio, alla visione e al genio imprenditoriale di Silvio Berlusconi, oltre che al lavoro appassionato di tutte le persone che nel corso degli anni hanno contribuito a rendere grande il gruppo Fininvest. Questo potrà forse non piacere a coloro che, oggi come ieri, osservano la realtà con gli occhi deformati dall’ideologia. Dovranno farsene una ragione: noi continueremo su questa strada. Continueremo a lavorare, a credere e a investire nel futuro delle nostre aziende.

Forse sarò ostinata, ma insisto nella mia convinzione che in un «Paese normale» - quello che da tempo molti auspicano possa essere l’Italia - la solidità di una grande impresa, che peraltro è protagonista di una importante crescita paneuropea mantenendo testa e cuore nel nostro Paese, debba e possa essere soltanto motivo di apprezzamento, di soddisfazione e di orgoglio.

Prendo atto di quanto scrive Marina Berlusconi e mi preme ricordarle che non c’è da stupirsi quando un giornalista si trova davanti una notizia, vera e documentata, perché in questi casi ha un solo obbligo, quella di pubblicarla. La consulenza tecnica a cui si fa riferimento e che contiene l’esplicita indicazione della “discesa in campo politico” è stata depositata poche settimane fa, quindi è attuale, e se dopo 31 anni c’è una procura antimafia che prosegue nella ricerca di una verità giudiziaria, significa che non è stato ancora tutto accertato. Le faccio però notare che già nel 1993 anche il nostro fondatore Eugenio Scalfari aveva fatto il giornalista.

Lirio Abbate

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