giovedì 3 aprile 2025

Dazi in Europa. Von der Leyen pronta a reagire e negoziare (da Avvenire)

 

Per Von der Leyen è «il caos»: l'Europa pronta a reagire e a negoziare

I dazi imposti dagli Stati Uniti sotto la presidenza di Donald Trump rappresentano un colpo significativo per l'economia globale, un'azione che non passerà senza conseguenze. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, è visibilmente preoccupata. Risponde all'annuncio del presidente americano da Samarcanda, in Uzbekistan. Avverte che milioni di consumatori in tutto il mondo subiranno gli effetti «disastrosi» della decisione: «Non sembra esserci ordine nel disordine. Non c'è un percorso chiaro attraverso la complessità e il caos che si sta creando quando tutti i partner commerciali degli Stati Uniti vengono colpiti. Negli ultimi ottant'anni, il commercio tra Europa e Usa ha creato milioni di posti di lavoro. I consumatori di tutto l'Atlantico hanno beneficiato di una riduzione dei prezzi».

La risposta europea: negoziazione e contrattacco

Pur manifestando la disponibilità dell'Unione Europea a reagire, la presidente della Commissione europea lascia intendere che Bruxelles sia pronta anche a negoziare con Washington per evitare il conflitto commerciale: «Siamo pronti a negoziare, non è troppo tardi» dice, suggerendo che la diplomazia resti una via percorribile. La Commissione Europea ha già avviato il lavoro su un primo pacchetto di contromisure, focalizzandosi in particolare sulle tariffe sull'acciaio, ma ha anche messo in preventivo ulteriori dazi qualora i negoziati dovessero fallire. Per Von der Leyen, che pur riconosce alcuni punti sollevati da Trump, come il fatto che alcuni Paesi possano approfittare delle regole commerciali attuali, l'uso indiscriminato delle tariffe come strumento principale per risolvere le problematiche del commercio globale non è una soluzione sostenibile: «Ricorrere alle tariffe come primo e ultimo strumento non risolverà il problema» ha chiarito, ribadendo l'importanza di trovare soluzioni diplomatiche che tutelino gli interessi di tutti i partner commerciali.

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La reazione di Cina e Giappone

Anche la Cina ha espresso una ferma opposizione ai nuovi dazi imposti dagli Stati Uniti, in particolare quelli che colpiscono i suoi prodotti. Il governo cinese ha annunciato di essere pronto a prendere misure di ritorsione, accusando gli Stati Uniti di violare le regole del commercio internazionale e di danneggiare i «diritti e interessi» della Cina. Il ministero del Commercio cinese ha emesso un comunicato in cui sottolinea che le misure tariffarie americane sono ingiustificate e non rispettano gli accordi internazionali, minacciando una risposta adeguata per difendere i propri interessi economici.

Il Giappone, per parte sua, ha manifestato un netto disappunto verso le nuove tariffe imposte dagli Stati Uniti, inclusa una tassa del 24% sui prodotti giapponesi. Il ministro del Commercio e dell'Industria, Yoji Muto, ha definito «estremamente deplorevoli» le misure adottate da Washington. Muto ha anche riferito di aver sollevato il problema con il suo omologo americano, il ministro del Commercio Howard Lutnick, poco prima degli annunci ufficiali del presidente Trump, esprimendo la forte opposizione del Giappone all'adozione di politiche tariffarie unilaterali.

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