giovedì 26 settembre 2024

Vittorio Feltri, defensor latinitatis

 1/10/2024

Pinacoteca di Brera, Sala Aldo Bassetti

Il latino lingua immortale
Perché è più vivo che mai

Presentazione del volume di Vittorio Feltri, edito da Mondadori.

Il latino lingua immortale<br>Perché è più vivo che mai Orario: 18.15

Dove: Pinacoteca di Brera, Sala Aldo Bassetti

Ingresso: ingresso libero fino ad esaurimento posti

Insieme all’autore interverranno:
Angelo Crespi, Mons. Giulio Dellavite, Luigi Mascheroni
 
Modera:
Melania Rizzoli

 

Copertina del volume Il latino lingua immortale
Il latino lingua immortale, Vittorio Feltri, Mondadori

Un libro personale e appassionato sulla lingua che ha dato forma alla nostra identità.
Esistono innumerevoli parole ed espressioni che fanno parte del nostro linguaggio quotidiano e che spesso, erroneamente, consideriamo una recentissima acquisizione dalla lingua inglese. Quando ci sediamo davanti a un monitor, magari per seguire le lezioni di un tutor o per aggiornarci sull’andamento dell’ultimo summit internazionale attraverso i mass-media, ci sentiamo all’avanguardia e fieri di avere grande dimestichezza con il mondo anglosassone, dimenticando che dobbiamo tanta «modernità» al latino che parlavano i nostri avi. Nell’insolita veste di cultore di una lingua con la quale ha avuto l’opportunità di confrontarsi fin da giovanissimo, Vittorio Feltri risale alle origini di vocaboli e locuzioni di uso comune, illustrandone la genesi e il significato talvolta travisato nel corso del tempo. Molti resteranno forse delusi scoprendo che il celeberrimo alea iacta est «il dado è tratto» attribuito a Cesare e da sempre usato per sottolineare con fare solenne l’irrevocabilità di una decisione presa potrebbe essere frutto di un’errata trascrizione da Svetonio, e che la frase corretta (alea iacta esto, «si lanci il dado») era probabilmente un imperioso invito a gettare il cuore oltre l’ostacolo, in questo caso il Rubicone. Ma nelle belle pagine di Feltri, non certo un noioso compendio di letteratura latina, trovano posto anche gli inevitabili e pungenti accenni all’oggi, sia con poco edificanti esempi di quanto siano attuali il do ut des e l’homo homini lupus, sia, per nostra fortuna, con le storie di personaggi che dimostrano il valore del detto per aspera ad astra. Al di là del tono ironico che sempre contraddistingue Feltri, Il latino lingua immortale è in fondo un’appassionata dichiarazione d’amore per una lingua che, ben lungi dall’essere morta, dimostra ogni giorno, e lo farà ancora a lungo, la forza delle sue rad

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