lunedì 30 settembre 2024

Giuli, che se crede 'er mejo fico del bigonzo' contro Marco Betta , il sovrintendente del Teatro Massimo di Palermo che tutti vogliono riconfermare, salvo lui Giuli, per le sue doti di musicista-amministratore e per i risultati raggiunti

 Alla presentazione della stagione 2024-25 del Teatro Massimo di Palermo, il sindaco Lagalla, dopo aver ascoltato l'illustrazione del cartellone dalla voce del sovrintendente, Marco Betta, giunto alla fine del suo mandato, aveva detto con chiarezza che era nelle sue intenzioni riconfermarlo perchè il bilancio artistico e amministrativo della sua gestione al Massimo era positivo su tutta la linea.  Plaudeva al sindaco e al sovrintendente il pubblico, in coro, presente alla conferenza stampa. 

 L'unica voce discordante quella del Governatore Schifani il quale aveva rimproverato a Lagalla di fare i conti senza l'oste, che era lui. E che Comune e Regione devono essere d'accordo per la nomina al Teatro Massimo.

 Ad un certo punto sembrava avessero raggiunto l'accordo sulla riconferma di Marco  Betta, rinunciando Schifani al suo uomo da piazzare; forse finalmente cosciente  del trambusto istituzionale ed artistico creato in questi anni all'Orchestra Sinfonica Siciliana.

 Dunque cosa fatta, Betta riconfermato. tutti felici e contenti.

 E, invece no, a Roma  distruggevano,  o tentavano di distruggere per lo meno, quanto a Palermo erta stato faticosamente costruito. Sotto due profili. Innanzitutto con un disegno di legge di riforma delle Fondazioni liriche ( come se non fosse stato sufficiente quello schifo che Sangiulinao a Meloni avevano fatto per mandare a casa Lissner e mettere sulla sua poltrona Fuortes che aveva lasciato ai nuovi barbari il vertice Rai in cambio di una scodella di lenticchie) che avrebbe dato al ministero romano il potere di nomina anche dei sovrintendenti della fondazioni liriche. Con il seguente sistema: aumento del numero dei componenti i Cda (che si chiamano CdI) ed aumento del numero dei consiglieri di nomina ministeriali, secondo la logica che ci da più soldi ha diritto a più rappresentanza. Naturalmente chi dava più soldi era Sangiuliano e le due Meloni che li tiravano fuori dalle loro tasche, dimenticando volutamente ed ignobilmente che si tratta di soldi pubblici , cioè di tutti i cittadini.

 E poi c'era anche anche un secondo profilo a giustificare l'ingerenza indebita di Sangiulinao e delle Meloni: piazzare  con un incarico di pregio al Massimo la loro pupilla Beatrice Venezi, a tutti nota come la 'direttrice scarsa' altrimenti nota al grande pubblico, come la 'signorina bellicapelli', a causa di una pubblicità di prodotti per capelli che la  vede testimonial. 

 Ora, 'er mejo fico del bigonzo', Giuli, vuole indicare lui il sovrintendente, con il rischio grossissimo che sindaco di Palermo Lagalla, e Governatore della Sicilia, Schifani, compaesani politici di Giuli e Meloni, l'abbiano ad accettare.

 Il ministro, secondo la legge vigente, deve solo firmare il decreto di nomina del sovrintendente, indicatogli dal presidente del CdI, cioè il sindaco,  e che esprime la volontà dell'intero CdI.

 Giuli si smarcherà da Meloni, nel caso in cui volesse proporre a Palermo quella sciagura di Beatrice Venezi? E, a Palermo, qualora forzasse la situazione in obbedienza alla sua dante lavoro, Giorgia Meloni ( e mettiamoci anche Arianna) avranno la forza di dissentire?

 E se Giuli, l'intellettuale di FdI, avesse, per suggerimento di Arianna, a proporre un altro noleggiatore, come ha già fatto per Ales, essendo in ogni caso quegli gli orizzonti delle Meloni, le due?

 Se il mondo della musica, in quel tragico caso, non scende in piazza, come ha fatto recentemente il mondo del cinema, allora si merita di essere trattato a pesci in faccia' da questi cafoni analfabeti, in musica sottinteso, oltre naturalmente che in mille altri campi.

 Giuli, non fare questa porcata!  

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