venerdì 27 settembre 2024

Opera in Europa. Opernwelt premia il meglio del teatro musicale tedesco ( da Il Giornale della Musica, di Stefano Nardelli). Nostro commento

 



John Osborn nella Juive (Foto Monika Ritterhaus)
John Osborn nella Juive (Foto Monika Ritterhaus)

Come ogni inizio di stagione, la rivista tedesca Openwelt ha diffuso i risultati del sondaggio condotto su un panel di circa 50 critici europei per la sua edizione annuale. 

Per l’ottava volta e il terzo anno consecutivo l’Oper Frankfurt è stata votata miglior teatro lirico dell'anno, imponendosi su concorrenti come la francese Opéra national du Rhin ma anche l’Oper Dortmund e il Theater Ulm. Dell’Oper Frankfurt ha colpito soprattutto “l’istinto sicuro per un programma drammaturgicamente plausibile, emozionante, innovativo e vario”. 

Grande frammentazione per il migliore allestimento dell’anno, per il quale sono state indicate ben cinque diverse produzioni ex aequoTannhäuser con la regia di Matthew Wilds all’Oper Frankfurt, Moses und Aron con la regia di Lorenzo Fiorinis al Theater BonnLa dama di picche con la regia di Timofej Kuljabins all’Opéra de LyonDie Passagierin con la regia di Tobias Kratzer all’Opera di Stato Bavarese di Monaco e The Greek Passion con la regia di Simon Stones al Festival di Salisburgo. Come migliore riscoperta dell’anno la più votata è stata Fausto di Louise Bertin, riesumata dai ricercatori del Palazzetto Bru Zane (che ne ha anche curato un’incisione discografica per la propria collana “Opéra français”) e presentata in prima assoluta in forma scenica a quasi 200 anni dal debutto parigino dall'Aalto Musiktheater di Essen. La migliore novità operistica dell’anno è invece risultata Dora di Bernhard Lang su libretto di Frank Witzel commissionata dalla Staatsoper di Stoccarda.

Nelle categorie tecniche, Lydia Steier è stata votata come miglior regista dell’anno per, fra le sue diverse regie, l’Aida messa in scena all’Oper Frankfurt, Dmitri Tcherniakov invece è stato scelto come miglior scenografo dell'anno (dopo essere stato indicato miglior regista dell’anno nella scorsa stagione) e a Gianluca Falaschi invece conquista il riconoscimento di miglior costumista dell'anno per, fra le sue diverse produzioni, la sua Vedova allegra  con la regia di Barrie Kosky vista all’Opernhaus di Zurigo

Per le categorie musicali, Pablo Heras-Casado è stato indicato miglior direttore d'orchestra dell'anno per la sua interpretazione del Parsifal al Festival di Bayreuth, mentre fra i cantanti si impongono il soprano Asmik Grigorian, per la seconda volta dopo il 2019, e il tenore John Osborn, quest’ultimo specialmente elogiato per il suo Éléazar ne La Juive  prodotta dall’Oper Frankfurt. Infine, migliore orchestra dell’anno è stata votata la Bayerische Staatsorchester e miglior coro il Coro dell’Oper Frankfurt. 

Per l’editoria, un ex aequo per il miglior libro ad argomento musicale dell’anno: Von geschriebenen Noten zu klingenden Tönen di Peter Gülke (J.B. Metzler Verlag), Time’s Echo. Music, Memory and the Second World War di Jeremy Eichler (pubblicato in Italia da Marsilio) e Maria Callas. Kunst und Mythos di Arnold Jacobshagen (Reclam Verlag). Infine, l’album In the Shadows del baritenore statunitense Michael Spyres si aggiudica il riconoscimento come migliore registrazione dell'anno.

                                       *****

 Non avendovi letto di nessun teatro italiano nella classifica della

 rivista tedesca Opernwelt, ho subito pensato ad una sorta di

  cieca sordità della rivista nei confronti delle abbastanza numerose

 fondazioni liriche, festival e rassegne italiani dedicati al melodramma.

Ma poi mi sono tranquillizzato quando ho capito che la rivista

 decretava i migliori del teatro tedesco. Che è poi quello che in Italia fa

 la Associazione dei critici musicali con i cosiddetti Premi Abbiati 

intitolati al grande critico.

 In ambedue i casi si riunisce un sinedrio - formato dai migliori, manco a 

dire - l'anno scorso per Opernwelt erano 40, quest'anno 50 - e dà i voti 

al melodramma in Germania, con qualche scappatina, svogliata, in Austria,

Francia o Olanda, se capita. 

Da molti anni trionfa  l 'Opera di Francoforte

Sarebbe come la nostra Scala? Per carità no, per i nostri critici la Scala 

quasi non esiste o non merita di essere frequentata.

Va detto, a proposito di riviste, che una rivista, ancorché boccheggiante,

 italiana, qualche anno fa stilò una classifica sulle migliori orchestre nel

 mondo.  Sapete quale risultò la migliore, a detta del sinedrio riunito

 per l'occasione ? Santa Cecilia, prima dei Berliner, dei Wiener ecc...

Nel caso poi dei Premi Abbiati c'è anche da dire che un festival o uno

spettacolo non frequentato o non visto dai membri del sinedrio non viene

neanche incluso nella lista dei votabili. E un festival o uno spettacolo

 si può non frequentare per partito preso 

 Un esempio - fa niente se mi riguarda direttamente. Il Festival delle Nazioni

 di Città di Castello che io diressi nel 2004 fu - non ho nessun dubbio, 

  e io me ne intendo  -  tra i migliori italiani di quella stagione, per la 

articolazione del programma, per la qualità delle proposte e per la novità di 

molte di esse.

 Ma, poiché io ho sempre gettato discredito, come si merita, su quel 

sinedrio,  il Festival intero e nessuna delle sue proposte ( non sto qui a 

citarne  nessuna, per la scarsa stima che ho del sinedrio e perchè non ho

 tempo da perdere) venne  preso in considerazione.

 Per questa ragione  alle classifiche annuali  di Opernwelt come 

ai Premi Abbiati ho sempre dato il peso che si meritano. Irrilevante!

                                                                         (Pietro Acquafredda)

  


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