sabato 8 luglio 2023

Festa di saluto per Pappano a Radio 3. Assente il sottoscritto

 

    Serata in onore di Antonio Pappano

con Luigi Piovano, Alessandro Carbonare, Beatrice Rana, Enrico Pieranunzi. 

Conducono Oreste Bossini e Andrea Penna in diretta dalla sala A di via Asiago, Roma


                                                              *****

 E' accaduto qualche giorno fa, ed io l'ho appreso solo a cose avvenute. Naturalmente non sono stato invitato; ma a ragionarci bene ed a mente fredda non so a chi dare la colpa del mancato invito. Che non ha giustificazione alcuna, essendo stato io l' autore della prima  biografia di Pappano, per mia iniziativa, pubbblicata poi da Skira ( l'editore me lo dovetti trovare  da solo, nonostante che  Cagli,  per Santa Cecilia, e Fuortes, per Musica per Roma,  erano sembrati, alla viglia della stampa, volerselo contendere.) Non solo , fui  io il primo giornalista italiano ad intervistarlo al Covent Garden, Londra, negli stessi giorni in cui per Rai 1 stavamo effettuando con Antonio Lubrano le riprese per la trasmissione All'Opera! Era maggio 2003 e Pappano era stato nominato neanche due mesi prima ( il suo incarico aveva però inizio con la stagione 2007-8)


Allora perchè non mi hanno invitato e di chi eventualmente la colpa? Non può essere del direttore di Radio 3, Montanari, perchè lui che ne sa di queste cose; e neppure di Bossini e Penna, i conduttori della serata, perchè hanno da badare agli affari loro, figurati se pensano agli inviti  riguardanti la congruità della trasmissione.

 Ma allora di chi la colpa o la dimenticanza?

 Non restato che due possibili imputati, forse anche involontari, ma non ambedue, e non per questo meno colpevoli i quali possono sempre rimediare e scusarsi. E non possono che essere Santa Cecilia ed anche Pappano.

 

Comincio da Pappano. Ne ha colpa? non lo so. Mentre so per certo che per fare la carriera che fa, oltre la bravura e la dedizione, in lui massime, ha dovuto bandire ogni possibile distrazione,  anche quando dovessero esse toccare rapporti con cose, situazioni e perfino persone. Una carriera fulminante  e fulgida come la sua, richiede dall'interessato di guardare avanti senza distrarsi  mai.

 Per questo sono convinto che passate questa giornate faticose (chiusura domani del Festival di Spoleto) una volta che andrà a riposarsi nel suo buen retiro, sul Lago Trasimeno, mi telefonerà per scusarsi.  Ed io le scuse le accetterò.


E Santa Cecilia? Beh, forse Santa Cecilia ed il suo capo, dall'Ongaro un qualche motivi per fingersi scordarello l'aveva.  Mi spiego.

 Sono stato l'unico a scrivere e sottolineare come è avvenuta l'ascesa di dall'Ongaro a Santa Cecilia, denunciando che il suo trampolino di lancio non è stata la sua  attività di compositore ( perchè, senza offesa, è un compositore di nessun rilievo al punto che dopo la sua uscita da Radio 3 nessuno gli ha più commissionato musica), bensì quella di dirigente 'per la musica' di Radio 3. Del resto prima di me lo aveva detto anche Bruno Cagli, quando gli aprì la prima volta le porte dell'Accademia: "dall'Ongaro- disse agli Accademici, un pò sorpresi,- ci può essere molto utile, anche economicamente". 

 Dunque Cagli per primo- chissà se poi se ne pentì dell'eccessivo agio concesso a dall'Ongaro che poi  gli prese il posto - aveva detto ciò che io denunciai, dopo  di lui, molti anni fa, sul bimestrale del Conservatorio Casella, Music@, in un breve articolo firmato  e intitolato 

"Compagnia della buona radio" e cioè che  dall'Ongaro faceva scambi, non proprio amorosi, con artisti e istituzioni, ai quali offriva la vetrina radiofonica Rai, ( ed anche l'appendice dei 'Concerti del Quirinale' che aveva appaltato a un suo fedelissimo) ricevendone - voglio perfino pensare che qualche volta non lo abbia neanche chiesto espressamente - in

cambio, commissioni ed esecuzioni delle sue opere, come fosse il più grande compositore vivente, mentre non era che un normale compositore come e forse anche al di sotto di tanti altri.

 Lui si offese, se la legò al dito, tanto più che dopo avermi denunciato, il tribunale mi diede ragione e lui se la prese in saccoccia - come si commenterebbe in un bar di periferia.


 Il risultato è stato che  dall'Ongaro, da quando sta a Santa Cecilia, mi vede come fumo negli occhi, al punto che ha perfino fatto cancellare il mio nome dall'elenco dei giornalisti cui invia regolarmente - il suo ufficio stampa, non lui - informazioni sull'attività dell'Accademia e mi rifiuta  qualunque biglietto stampa. 

Non so come voi giudicate un tipo così, io, invece,  lo so come;  ma non lo ripeto perchè quelle mie accuse parlano da sole.

 Ora, parliamoci chiaro, poteva uno come lui invitarmi alla festa di saluto del direttore che in tutti questi anni ha brillato nel cielo dell'Accademia, lui e gli orchestrali,  che io per primo con la mia biografia feci conoscere al pubblico romano?

 Datevi da soli la risposta.

Nessun commento:

Posta un commento