martedì 27 agosto 2024

Putin deve salvare la faccia. Solo l'ingresso della Nato e l'economia possono dare una svolta alla guerra, secondo il politologo ed analista russo Nikolay Petrov ( da La Stampa)

 «Credo che l'Ucraina, che ha subìto un attacco armato da parte della Russia, abbia tutto il diritto di respingere l'aggressore sul suo territorio. Ma questo potrebbe spingere Putin a reazioni sempre più aggressive». Ne è convinto il politologo e analista russo Nikolay Petrov, consulente del programma Russia ed Eurasia alla Chatham House di Londra e accademico alla Scuola superiore di economia di Mosca.

Quanto ha infastidito Putin l'offensiva nel Kursk?

«Putin deve in qualche modo attenuare l'effetto negativo relativo all'immagine della nuova controffensiva ucraina, finora riuscita. Ciò potrebbe avvenire attraverso manifestazioni di successo in altri settori del fronte. Se la situazione non può essere invertita o almeno stabilizzata, è anche possibile uno scenario di armi nucleari più incisivo che in precedenza. Anche l'opinione pubblica russa non dovrebbe essere data per scontata: il fatto che la guerra coinvolga ora il territorio russo contribuisce ad alimentare un sentimento favorevole al conflitto».

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Quale potrebbe essere l'obiettivo del blitz ucraino?

«Penso che l'operazione Kursk delle forze armate ucraine abbia diversi obiettivi, a breve e lungo termine. Alcuni di essi sono già stati raggiunti. Il morale dell'esercito ucraino – e del Paese nel suo insieme – è stato sollevato in un momento in cui, dopo una controffensiva riuscita nell'autunno del 2022, è costretto a difendersi e gradualmente perdere terreno. L'attenzione del comando e delle risorse russe, inoltre, viene distolta da altri settori del fronte, dove la situazione non si sviluppa a favore dell'Ucraina. È cambiata anche l'immagine dell'Ucraina agli occhi della comunità internazionale, precedentemente percepita come una parte che resiste eroicamente ma che è destinata a perdere. Ora non più».

La Russia sostiene che dietro l'offensiva nella regione di Kursk vi sia l'Occidente.

«La preparazione di un'offensiva su così vasta scala attuata con l'uso di armi occidentali difficilmente sarebbe potuta passare inosservata agli alleati occidentali dell'Ucraina. Questi ultimi sapevano almeno dell'imminente offensiva, anche se non hanno partecipato direttamente alla sua preparazione. In questo caso, vi sono tutte le ragioni per le dichiarazioni del Cremlino. Altra cosa è che Mosca tenda a sottovalutare l'indipendenza delle decisioni prese da Kyiv».

Che cosa potrebbe sparigliare le carte?

«Solo l'ingresso diretto dell'Occidente in guerra potrebbe cambiare radicalmente la situazione, cosa impossibile per ragioni politiche. Tutto il resto, inclusa la fornitura delle armi più recenti e il permesso di usarle senza restrizioni, può solo rafforzare temporaneamente le posizioni dell'Ucraina o impedirne l'indebolimento. In linea di principio è impossibile sconfiggere sul campo di battaglia la seconda potenza nucleare più potente al mondo: puoi solo provocarle un graduale degrado economico».

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