lunedì 1 giugno 2020

Il discorso di Mattarella, dai Giardini del Quirinale prima del concerto per la Festa della Repubblica di domani, 2 giugno

"L'Italia in questa emergenza ha mostrato il suo volto migliore. Sono fiero del mio Paese". Mi permetto di invitare, ancora una volta, a trovare le tante ragioni di uno sforzo comune, che non attenua le differenze di posizione politica né la diversità dei ruoli istituzionali. Interpella tutti coloro che hanno una responsabilità istituzionale - a partire da me naturalmente - circa il dover di essere all'altezza" del dolore, della speranza e del bisogno di fiducia scaturiti in questi mesi. C'è qualcosa che viene prima della politica e che segna il suo limite: qualcosa che non è disponibile per nessuna maggioranza e per nessuna opposizione: l'unità morale, la condivisione di un unico destino, il sentirsi responsabili l'uno dell'altro. Una generazione con l'altra. Un territorio con l'altro. Un ambiente sociale con l'altro. Tutti parte di una stessa storia. Di uno stesso popolo".

"Siamo tutti chiamati a un impegno comune contro un gravissimo pericolo che ha investito la nostra Italia sul piano della salute, economico e sociale".

"Le sofferenze provocate dalla malattia non vanno brandite gli uni contro gli altri". Il  tradizionale concerto quest'anno é dedicato "a chi è morto solo, al ricordo dei tanti affetti spezzati. Siamo orgogliosi di quanto hanno fatto tutti gli operatori della sanità e dei servizi essenziali che, spesso rischiando la propria salute, hanno consentito all'intera nostra comunità nazionale di respirare mentre la gran parte delle attività era ferma".

 "Avvertiamo una crescente volontà di ripresa e di rinascita, civile ed economica". La nascita della Repubblica, il 2 giugno 1946, "segnava anch'essa un nuovo inizio. Superando divisioni che avevano lacerato il Paese, per fare della Repubblica la casa di tutti, sulla base dei valori di libertà, pace e democrazia. Forze politiche, che erano divise, distanti e contrapposte su molti punti, trovavano il modo di collaborare nella redazione della nostra Costituzione, convergendo nella condivisione dei valori e principi su cui fondare la nostra democrazia".

 "Quello spirito costituente rappresentò il principale motore della rinascita dell'Italia. Seppe unire gli italiani, al di là delle appartenenze, nella convinzione che soltanto insieme si sarebbe potuta affrontare la condizione di estrema difficoltà nella quale il Paese era precipitato".

 "L'unità morale è il vero cemento che ha fatto nascere e tenuto insieme la Repubblica: è quel che ci fa riconoscere, ancora oggi, legati da un comune destino. Allora si reagiva ai lutti, alle distruzioni della guerra. Oggi dobbiamo contrastare un nemico invisibile, che ha sconvolto le nostre esistenze".

"L'Europa ha ritrovato l'autentico spirito della sua integrazione. Nessun Paese avrà un futuro accettabile senza l'Unione europea. Neppure il più forte. Neppure il meno colpito dal virus".

Il 2 giugno è una data "emblematica per l'inizio della nostra ripartenza". La "risalita non sarà veloce, la ricostruzione sarà impegnativa". Serviranno "coraggio e prudenza". Coraggio nel guardare oltre i limiti dell'emergenza, prudenza per tenere sotto controllo il virus. E serviranno "tempestività e lungimiranza" per dare risposte a chi è stato colpito più duramente. "E occorre pianificare investimenti e interventi di medio e lungo periodo, che consentano di dare prospettive alla ripresa del Paese".

"Abbiamo toccato con mano la solidarietà, la generosità, la professionalità, la pazienza, il rispetto delle regole. Abbiamo riscoperto, in tante, occasioni, il senso dello Stato e l'altruismo. Abbiamo ritrovato, nel momento, più difficile, il vero volto della Repubblica. Ora sarebbe inaccettabile disperdere questo patrimonio. Ce lo chiede anzitutto il ricordo dei medici, degli infermieri, degli operatori caduti vittime del virus nelle settimane passate. Sono convinto che insieme ce la faremo. Il legame che ci tiene uniti sarà più forte delle tensioni e delle difficoltà".
Domani il Presidente sarà a Codogno, luogo simbolo dell'inizio della pandemia, per rendere omaggio a tutte le vittime e "per attestare il coraggio di tutte le italiane e tutti gli italiani, che hanno affrontato in prima linea, spesso in condizioni estreme, con coraggio abnegazione, la lotta contro il coronavirus. Desidero ringraziarli tutti e ciascuno".

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