Di recente, hanno chiesto di Francesco Lollobrigida a Giorgia Meloni. La premier ha mostrato distacco. Di più: indifferenza. Peggio: irritazione. E questo perché “Lollo”, da venti giorni ormai ex compagno di Arianna Meloni, è di fatto fuori dal gruppo. Anzi, dal cerchio magico. Diverse fonti consultate da Repubblica negli ultimi giorni — a conoscenza di quanto accade a Palazzo Chigi e in via della Scrofa — confermano questa dinamica. Detta ancora più chiaramente: c’è una frattura tra le due sorelle e il ministro dell’Agricoltura, a lungo braccio destro e sinistra della fondatrice di FdI, storico plenipotenziario del partito. Che questa frattura sia personale o politica, impossibile dirlo. O forse, è semplicissimo: entrambe le cose, inevitabilmente. Lollobrigida, raccontano dirigenti che l’hanno sentito, si sente assediato. Indebolito (anche se la sua presa su FdI, avendo gestito le liste, è comunque significativa). Nulla, insomma, sembra saldo, a partire dalla sua posizione nell’esecutivo. E tutto questo a poco più di due settimane dal G7 dell’Agricoltura che è chiamato a presiedere.
Per esplorare le ragioni di questo sommovimento nel cuore del melonismo, vale la pena ricordare innanzitutto il contesto: Lollobrigida è recente protagonista di una separazione. È Arianna Meloni ad annunciarla, dopo aver a lungo meditato la tempistica della comunicazione. Accade il 24 agosto, nei giorni caldissimi dei due scandali dell’estate (chissà quanto legati da un filo rosso): mentre Sangiuliano consuma la fase finale del pasticcio che lo porterà alla rottura con Boccia, il nome della sorella della premier finisce al centro di un’indiscrezione pubblicata da Alessandro Sallusti sul rischio di una possibile indagine a suo carico. Il nome del ministro, in quel momento, è sui quotidiani solo per l’epilogo del suo rapporto.
Poi però Lollobrigida entra anche nelle cronache del caso Boccia. Breve riassunto per chi avesse perso il filo: l’imprenditrice campana sostiene in tv di non aver alcun rapporto con lui. «Non lo conosco neanche — dice a La7 — Ci siamo incontrati il 5 agosto 2023, non abbiamo i rispettivi numeri e non ci siamo mai incontrati». Dimenticando così almeno due episodi: una conferenza stampa insieme a Lollobrigida, il 20 dicembre 2023 per presentare un intergruppo parlamentare, e poi un bigliettino firmato dal ministro per ringraziare Boccia per il Festival della Bellezza. A rendere più confuso il quadro, arrivano le dichiarazioni rilasciate l’altro ieri dal titolare dell’Agricoltura: «Non ho avuto il piacere di approfondire la conoscenza con la signora Boccia. Quello che ha detto è la verità: ho partecipato ad un incontro alla Camera dei deputati invitato dall’intergruppo parlamentare». Dimenticando, in questo caso, lo scatto datato agosto 2023.
Questa incongruenza, riferiscono, crea tensioni ai vertici dell’esecutivo. Il ministro non cita la foto. Indispettisce Palazzo Chigi. Dunque Giorgia Meloni. E Arianna. A questo si aggiunge un enigmatico post serale di Boccia. Si rivolge al sottosegretario alla Presidenza Giovanbattista Fazzolari. E negando una frequentazione assidua con Lollobrigida — ma confermando i due incontri — chiede proprio a Fazzolari: «Ci può illuminare sul mio presunto accreditamento al ministero dell’Agricoltura?».
Dopo il caso Sangiuliano, ogni parola pesa il triplo. Il timore è che un dettaglio mancante, una foto mai pubblicata che informi di un’altra occasione di contatto, un’incongruenza nelle ricostruzioni possa mettere in difficoltà il governo. Non a caso, molti big del melonismo limitano al massimo gli interventi pubblici: non si espone ad esempio Arianna, chiamata in causa due giorni fa da Bianca Berlinguer e ieri da Boccia, mantenendo un profilo cauto e attendista, almeno in attesa di capire in che modo eventuali nuove rivelazioni — frutto magari di conversazioni tra l’imprenditrice e Sangiuliano, come è stato ipotizzato — possano stravolgere il quadro. Lo stesso suggerimento è stato dato anche al ministro: ricostruisci ogni passaggio, fai mente locale su ogni possibile incrocio con Boccia. Ogni dimenticanza non è gradita. Né lo sarebbero eventuali polemiche sulla scelta dei suoi collaboratori.
Nessuno, insomma, può sbagliare. Neanche Lollobrigida. Al quale è stato spiegato informalmente da Palazzo Chigi — secondo quanto riferiscono fonti di massimo livello — che rischierebbe addirittura la permanenza al governo se dovesse essere smentito. Per intenderci: dopo il lacerante tira e molla del caso Sangiuliano, Giorgia Meloni non intende permettere nuovi inciampi. Tiene alla riuscita del G7 dell’Agricoltura, che si apre a Ortigia il 21 settembre, anche perché è attesa all’inaugurazione. Pensa che vogliano colpirla nei rapporti internazionali. Non può sbagliare Lollobrigida, dunque. Dovesse accadere, sarebbe addirittura pronto un piano B. Prevederebbe una “promozione” in Europa, in qualche organismo legato al mondo agricolo. Per sostituirlo sarebbe pronto anche il nome giusto: il potente capo di Coldiretti Matteo Prandini, legatissimo alle Meloni. E lo farebbe anche a rischio di rendere inevitabile un rimpasto.
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