venerdì 2 dicembre 2022

Lavrov, longa manus estera dell'assassino Putin, censura anche Papa Fracnesco

 E' stata peggio una doccia fredda per Papa Francesco. Tutti i suoi sforzi per tenere aperti timidi spiragli con Mosca per possibili negoziati tra russi e ucraini, proponendo continuamente alle parti la sua mediazione, offrendo loro una zona neutrale per parlarsi, come il Vaticano, sono finiti in un angolo. Le parole del ministro degli esteri russo, Sergey Lavrov hanno messo il coperchio a questi tentativi di buona volontà. Lavrov non solo ha definito «non cristiane» le dichiarazioni di Francesco sulle «crudeli» minoranze etniche russe che partecipano all'intervento militare in Ucraina, ma ha aggiunto successivamente: «egli fa appelli ma le sue dichiarazioni incomprensibili, per nulla cristiane, designano due nazionalità in Russia: come dire che ci si può aspettare atrocità da parte loro nei combattimenti militari. Ecco questo non aiuta l'autorità della Santa Sede». Negli ultimi tre giorni, diversi funzionari russi, avevano già espresso il loro sdegno per l'intervista di Bergoglio rilasciata a un giornale cattolico americano di proprietà dei gesuiti, in cui ha criticato il comportamento di ceceni e buriati che combattono nell'esercito.

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