martedì 10 novembre 2020

Teatro san Carlo di Napoli Venduti l'80% degli abbonamenti per la nuova stagione, secondo Lissner. Ma allora perchè Marino Sinibaldi va dicendo che cinema e teatri sono vuoti? ( da Il Sole 24 ore, di Valentina Maglione)

 Cala il sipario sugli spettacoli ma «l’interesse degli appassionati non si ferma», assicura Stéphane Lissner, già sovrintendente della Scala di Milano e direttore dell’Opéra di Parigi e, dallo scorso aprile, sovrintendente del Teatro lirico San Carlo di Napoli. Tanto che, mentre l’attività si ferma (per ora fino al 24 novembre, come ha stabilito il Dpcm del 24 ottobre, ma la sospensione dovrebbe già essere estesa al 3 dicembre dal nuovo Dpcm in arrivo), al San Carlo «per la stagione 2020/2021, che si aprirà il 4 dicembre, è stato venduto più dell’80% degli abbonamenti».

 

Un dato significativo. Gli spettatori non si sono fatti intimorire dalla lunga sospensione dell’attività durante il lockdown della scorsa primavera?

È un paradosso, quasi. Stiamo vivendo una situazione di sofferenza, di grande difficoltà, ma dagli abbonati ci è arrivata una risposta molto positiva, alla base della quale ci sono due fattori. Intanto l’interesse per l’attività del San Carlo. E poi una spinta solidaristica: gli spettatori vogliono dimostrare che sono al nostro fianco anche in questo momento di affanno.

 

Come vi siete attrezzati per riaprire dopo la chiusura dei mesi scorsi?

Per garantire la sicurezza, abbiamo ridotto i posti, limitando l’accesso a 550 persone, il 30% della capienza normale del teatro, che è di 1.500 spettatori. Abbiamo inserito tra i posti dei divisori in plexiglass e facciamo le sanificazioni necessarie.

 

E gli spettacoli che erano saltati durante il periodo di chiusura?

Abbiamo cercato di recuperarli, quando possibile, anche se in versione concertante e non in versione scenica, come è successo per La Rondine di Puccini o La Traviata di Verdi, che hanno avuto una buona risposta da parte degli spettatori. Abbiamo cercato le soluzioni migliori, per andare in scena e far lavorare gli artisti. Ma non sempre ci siamo riusciti.

 

L’attività del Teatro era appena ripresa. Ma ora, dopo il Dpcm che prevede lo stop agli spettacoli aperti al pubblico in sale teatrali e da concerto, deve affrontare una nuova chiusura.

Sì, per ora ho disposto la sospensione degli spettacoli fino al 24 novembre. Perdiamo tre concerti del Maestro Riccardo Muti, che erano un appuntamento molto importante per il nostro Teatro. E poi la Bohème di Puccini, un concerto del pianista Jean-Yves Thibaudet e il balletto sulle Quattro stagioni di Vivaldi.

 

Cosa vi aspettate per il futuro?

Temo che l’emergenza proseguirà per i prossimi sei mesi, se non fino all’estate. Per il Teatro si apre una questione di sopravvivenza. Senza incassi verrebbero a mancare 10-12 milioni: un vuoto che mette a rischio il lavoro degli artisti e le nuove produzioni. Speriamo in un supporto economico da parte dello Stato, altrimenti la situazione diventerebbe insostenibile.

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