Chi è Carlo Rovelli, il fisico minacciato di morte per le sue opinioni sulla guerra in Ucraina
Chi è Carlo Rovelli, il fisico minacciato di morte per le sue opinioni sulla guerra in Ucraina

Carlo Rovelli è nato a Verona il 3 maggio 1956. E’ un fisico e saggista italiano, specializzato in fisica teorica. Ha lavorato in Italia e negli Stati Uniti e attualmente insegna in Francia all'Università di Aix-Marseille. La sua principale attività scientifica è nell'ambito della teoria della gravità quantistica a loop (Loop Quantum Gravity), di cui è uno dei fondatori. Si è occupato anche di storia e filosofia della scienza, della nascita del pensiero scientifico e in particolare della posizione di Anassimandro nello sviluppo della riflessione scientifica dell'umanità.

   

La carriera e le scoperte

Rovelli è laureato in fisica a Bologna e ha conseguito il dottorato di ricerca a Padova. E’ attualmente professore ordinario di fisica teorica all’Università di Aix-Marseille. Nel corso della sua carriera, ha dato un importante contributo nella ricerca sul problema della gravità quantistica, scrivendo oltre 200 articoli scientifici pubblicati sulle maggiori riviste internazionali. È inoltre autore di sette libri di divulgazione scientifica. Si è anche occupato di storia e filosofia della scienza con il libro Che cos’è la scienza. La rivoluzione di Anassimandro (2011).

 

Le minacce di morte

Carlo Rovelli ha ricevuto delle minacce di morte via mail per le sue posizione sulla guerra in Ucraina. I messaggi gli sono arrivati in risposta alle prese di posizioni pacifiste espresse su Facebook. Rovelli ha infatti pubblicato sul suo profilo una serie di post in cui critica l’invio di armi in Ucraina e in generale il comportamento dell’Occidente in risposta all’invasione russa. “Un immagine di Kiev devastata dai Russi. Ah no, scusate, mi sono sbagliato. Questo è lo Yemen” -afferma il fisico- “Le bombe che cadono qui sono mandate all’Arabia Saudita dal mio paese. Trecentomila persone uccise in quella guerra, carestia, milioni che soffrono orrendamente. Ma non sono bianchi come noi, quindi perché dovremmo commuoverci per loro?”.