Tempo scaduto "Ripulite subito gli alvei Dobbiamo aspettare un’altra tragedia?"
Tempo scaduto "Ripulite subito gli alvei Dobbiamo aspettare un’altra tragedia?"


"Alluvione, non c’è più tempo". A lanciare l’allarme è il ’Comitato tra i due fiumi – imprese per il territorio’ che ha inviato un documento al Ministro dell’Ambiente, al Ministro della Protezione Civile e al Presidente della Regione Marche. "Fondi, agevolazioni e deroghe normative non hanno impedito che a distanza di otto mesi dal disastro il bilancio degli interventi delle opere e dei sostegni sia di segno negativo" si legge nel documento – L’alluvione dello scorso 15 settembre è costata la vita a 13 persone, una delle quali risulta ancora dispersa. "Nonostante l’intervento con delibera della Presidenza del Consiglio dei Ministri che ha dichiarato lo stato di emergenza per le zone alluvionate già il 16 settembre 2022 e l’ordinanza del Capo della Protezione civile che ne ha indicato il contenuto pratico con deroghe a tutta la normativa, ad oggi non si è provveduto a liberare gli alvei dei due fiumi nella loro interezza, non solo dalla vegetazione trasportata o ancora radicata, ma anche dagli accumuli di breccia e detriti in genere che formano colline emergenti dal fiume e ostacolano lo scorrere delle acque oltre ad alzare in maniera esponenziale il letto del fiume stesso – spiega il Comitato -. Il pericolo di altre alluvioni senza tali interventi rimane così come esiste da tempi precedenti la stessa alluvione del 2014". A distanza di una settimana dall’ultimo rischio esondazione, le aree già interessate dall’alluvione, ma anche l’intera vallata invocano una soluzione a breve: "Impossibile attendere oltre, necessaria l’azione immediata a tutela stante il perdurate stato di pericolo, senza attendere un ulteriore ennesimo disastro annunciato". Per il Comitato è importante focalizzare l’interesse sugli alvei: "Bisogna attenzionare ancor più di quanto già si sia cercato di fare negli otto mesi trascorsi tutte le autorità preposte che non devono dirigere ora gli sforzi verso grandi progettazioni ma unicamente a sistemare gli alvei dei fiumi ripristinandoli nella loro ampiezza e profondità – prosegue il Comitato - Gli ultimi eventi atmosferici hanno dimostrato la concretezza del pericolo visto che l’acqua del Misa ha avuto punti di esondazione pur non invadendo le zone abitate. Non si può attendere l’ennesima tragedia".