sabato 17 aprile 2021

La magistratura bavaree tiene chiusi i teatri, in base allo stato dei contagi ( da GdM, di Stefano Nardelli)

 Il Tribunale Amministrativo di Monaco di Baviera ha respinto l’istanza presentata dal direttore d’orchestra e organista Hansjörg Albrecht e numerosi altri musicisti contro la prolungata chiusura di teatri e sale da concerto. L’iniziativa legale era stata promossa nello scorso marzo attraverso l’iniziativa “Aufstehen für die Kunst” (In piedi per le artisostenuta da diversi musicisti che si ritenevano colpiti in maniera iniqua e discriminatoria rispetto ad altre categorie dalle misure restrittive approvate anche dal governo bavarese per contenere i contagi da coronavirus.

I magistrati amministrativi bavaresi ritengono giuridicamente fondate le restrizioni imposte dalla autorità in considerazione dell’attuale stato dei contagi e dal pericolo che ne deriva per la salute collettiva. In mancanza di evidenze scientifiche definitive sull’efficacia di sistemi di ricambio dell’aria nei luoghi chiusi e delle misure sanitarie da imporre ai luoghi di spettacolo, i magistrati non ritengono un motivo sufficiente per accogliere l’istanza i numeri sui bassi contagi in teatri e sale da concerto riscontrati in passato. La limitazione della libertà artistica e professionale dei ricorrenti, secondo il tribunale, viene ritenuta appropriata in quanto giustificata dalla necessità di proteggere la salute di un grande numero di persone, né è fondata la disparità di trattamento rispetto alla legge. Se i partecipanti alle funzioni religiose hanno il diritto di esercitare la libertà di culto, secondo i magistrati non si può equiparare il concetto di libertà artistica a chi partecipa ad eventi artistici, anche in considerazione delle significative differenze nei contatti interpersonali che tipicamente hanno luogo nelle istituzioni culturali, sia per modalità che per durata, rispetto a quanto avviene in attività commerciali o comunque nei servizi rimasti aperti.

Verdetto destinato a far discutere ma che per ora mette freno alle numerose istanze che anche in Germania si promuovono per le riaperture della attività culturali da parte dei lavoratori del settore.


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