sabato 3 febbraio 2024

Sgarbi si dimette da sottosegretario, anticipando il voto di fiducia, o sfiducia, in PARLAMENTO ( da LEGGO)

 

Vittorio Sgarbi si dimette da sottosegretario: «Il mio è un colpo di teatro. Insulti ai giornalisti? Non devo scusarmi»
Vittorio Sgarbi si dimette da sottosegretario: «Il mio è un colpo di teatro. Insulti ai giornalisti? Non devo scusarmi»

Vittorio Sgarbi si dimette da sottosegretario alla Cultura. Lo ha annunciato lui stesso a Milano, a margine dell'evento "La Ripartenza": «Mi dimetto con effetto immediato da sottosegretario del governo e lo comunicherò nelle prossime ore alla Meloni», ha detto il critico d'arte, nella bufera da settimane per la vicenda del presunto furto di un quadro. «Mi dimetto e lo faccio per voi. Adesso sono solo Sgarbi, non sono più sottosegretario», ha aggiunto durante l'evento organizzato da Nicola Porro al Centro congressi Cariplo.

 

«Dall'Antitrust lettera confusa»

«L'Antitrust ha mandato una molto complessa e confusa lettera dicendo che aveva accolto due lettere anonime, che ha inviato all'Antitrust il ministro della Cultura, in cui c'era scritto che io non posso fare una conferenza da Porro», dice Sgarbi. «È un "colpo di teatro, sono due ore che medito se farlo o se non farlo. La legge consente che io, attraverso il Tar, indichi quelle cose che ho detto, che non puo' essere in conflitto di interessi chi non ha un lavoro, chi non fa l'attore, chi non fa il professore, chi è in pensione come professore e come sovrintendente», ha spiegato.

«Io ho fatto occasionalmente, le occasioni possono anche essere quotidiane, conferenze come questa. Questa conferenza, secondo quello che l'Antitrust mi ha inviato, sarebbe incompatibile, illecita, fuorilegge. Quindi, per evitare che tutti voi siate complici di un reato, io parlo da questo momento libero dal mio mandato di sottosegretario. Avete comunque un ministro e altri sottosegretari e io riparto e da ora in avanti potrò andare in tv e fare conferenze», ha proseguito Sgarbi. 

 

Sugli insulti ai giornalisti

«Non mi devo scusare con nessuno, ho espresso le mie imprecazioni come fa chiunque», ha aggiunto Sgarbi interrogato sulla sua reazione alle inchieste dei giornalisti di Report e de Il Fatto Quotidiano. A chi gli chiedeva quale fosse, in seguito alla sue reazioni, l'immagine di lui che arriva all'estero, il sottosegretario risponde: «Dobbiamo chiederlo all'estero. Il sottosegretario non ha rilasciato nessuna intervista quindi quelle erano immagini rubate. E uno nel suo privato può dire quello che vuole». Quanto agli auguri di morte rivolti ai giornalisti afferma: «Non rifarei l'intervista anche perché non l'ho fatta. E comunque il giornalista non morirà per questo».

 

Su San Siro: «Ristrutturare conviene a tutti»

«San Siro è la storia di Milano, dell’Inter e del Milan» La ristrutturazione «mi sembra che convenga a tutti», ha detto Sgarbi sulla questione del nuovo stadio di Milan e Inter. La via della ristrutturazione del Meazza, rispetto all’ipotesi di un nuovo stadio, «mi era sembrata una cosa inevitabile, nonostante la polemica che non ho voluto con Sala. C’è un vincolo relazionale per l’edificio storico, monumento con una grande storia che è la storia sportiva di Milano con l’Inter e con il Milan. Sala la prendeva come una contrapposizione», ma - ha spiegato Sgarbi - che San Siro «si possa ristrutturare credo che vada bene anche per Sala, perché mentre durava la polemica si è letto che San Siro è il quinto stadio più apprezzato del mondo».

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