mercoledì 13 marzo 2019

Riccardo Muti attaccato anzi svillaneggiato da un critico presuntuoso e da un ministro maleducato

La storia si è letta sui giornali (Repubblica) nei giorni scorsi. Riccardo Muti, tornato a Napoli, dove ha fatto gli studi, per dirigervi al  Teatro San  Carlo, ha fatto un giro per la città, ed ha visitato anche il Museo di Capodimonte, dove sta per essere inaugurata una mostra su Caravaggio, trovandolo quasi irriconoscibile - 'più grande e più bello che pria', si potrebbe dire - per la cura che gli ha dedicato l'attuale direttore. 
Che ha lodato perchè lo tiene bene anzi benissimo, ed ha raccolto il suo disappunto per quel Caravaggio ('Le sette opere di Misericordia') che, per ordine del ministero, non verrà esposto a Capodimonte, benchè si trovi a Napoli ed il tragitto che eventualmente quella tela dovrebbe compiere è solo di qualche chilometro.

 Ma come, riflette Muti, la 'Pietà' di Michelangelo ha attraversato l'Oceano per essere esposta a New York, e il Caravaggio napoletano non può spostarsi di pochi chilometri, da un luogo ad un altro, sempre di Napoli?

 Chi, dotato di semplice buon senso, ed anche avulso dalle direttive che i dirigenti del Ministero, a seconda dei titolari di turno, dettano per simili operazioni, non farebbe la medesima riflessione di Muti?

Apriti cielo. Interviene sul Fatto quotidiano, il presuntuoso critico che sa sempre tutto e capisce solo lui - come si direbbe a Roma - Tomaso Montanari, il quale, papale papale gliele canta a Muti: il suo parere vale quanto quello di un idraulico, falegname o di qualunque altra persona che con l'arte ed i problemi ad essa connessi non c'azzecca niente.Che danno deriverebbe all'immagine della città di Napoli e all'Italia, agli occhi degli stranieri - pontifica - se quel Caravaggio non venisse esposto a Capodimonte? Per fortuna che simili decisioni, d'ora in avanti, le prenderà il dirigente capo Gino Famiglietti che tiene alla conservazione più che alla diffusione dettata spesso da aspetti economici e convenienza politica, perchè in ogni caso - è convinto Famiglietti e con lui Montanari - uno spostamento ad un'opera delicata (come tante altre, forse tutte!) può far correre rischi. L'esposizione in quella mostra serve solo a far staccare più biglietti, perchè in fondo non è diversa da tante altre simili, che hanno più valore commerciale che culturale.
 La decisione dell'osannato Famiglietti è ispirata a 'serietà e responsabiltà'. Sarebbero questi i danni procurati all'Italia?

L'inamovibilità delle opere dal loro sito per essere esposte  altrove non è argomento che  trova tutti d'accordo. E Tomaso Montanari ed il suo amico-dirigente Famiglietti, non rappresentano la Bibbia. Dunque che senso aveva offendere una personalità come Riccardo Muti? Montanari nella sua prosopopea non riesce a rendersi conto che se un danno all'Italia è stato fatto è derivato dal suo ingiustificato svillaneggiamento di un grande musicista.

 E siccome la madre dei... figlia sempre gemelli, ecco intervenire anche l'attuale ministro Bonisoli - chi é? - il quale dà del 'rincoglionito', in buona sostanza, a Muti e gli consiglia di stare al suo posto: " Ha una certa età. Gli voglio bene ed è una grande figura della musica italiana. Lo abbraccio".

Ci viene da dire qualcosa di simile al ministro, evitando accuratamente l'abbraccio finale: "Se non fosse  per qualche politico che l'ha intronizzato, senza meriti né ragione alcuna, Lei, Bonisoli, starebbe ancora a dirigere un'accademiuccia privata milanese. E poi un ministro che chiama come  suo consulente un cantante che forse non sa neanche cantare e che nessuno ancora conosce eccetto Lei (Pierluigi Dilengite si chiama) per farsi consigliare  sulla musica e sui grandi teatri - in che mani siamo capitati! - che ministro é, nonostante sia più giovane del m.Riccardo Muti; ed anzi perchè fa il ministro?". Noi la risposta la conosciamo, ed anche voi. Comunque, per evitare lo scivolone del ministro, teniamola per noi !

 BONISOLI:
Devo rispondere? C'è stata un pò di strumentalizzazione. Dopo cerco il Maestro Muti e magari ci spieghiamo un attimo, così lo tranquillizzo su un paio di cose». A dirlo, il ministro di Beni Culturali, Alberto Bonisoli, oggi a margine della presentazione delle Giornate Fai di primavera, sulla polemica a distanza con il Maestro Riccardo Muti sulla possibilità di spostare la tela delle Sette opere di Misericordia di Caravaggio dal Pio Monte al Museo di Capodimonte per la mostra Caravaggio a Napoli. «Sono solo divergenze - spiega Bonisoli - intorno al concetto di tutela e di come prendersi i rischi nel momento in cui c'è, ad esempio, da predisporre la movimentazione di una tela che pensiamo sia rischiosa. Tutto qua». 


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