mercoledì 5 dicembre 2018

Gatti all'Opera di Roma è una buona notizia. In troppi se ne attribuiscono il merito; ma Daniele stia in campana!

Anticipata dall'informatissimo Corriere (  da Valerio Cappelli che con l'Opera di Roma ha un filo diretto e privilegiato) è giunta ieri la conferma della nomina di Daniele Gatti, che ha appena diretto Rigoletto, opera inaugurale di stagione, per il terzo anno consecutivo, dopo Wagner e Berlioz, sempre molto apprezzate, a direttore musicale per il triennio 2019-2011

 Di un possibile incarico di Gatti all'Opera di Roma se ne parla da qualche anno; ma Gatti ha sempre rifiutato - meglio non si è mai pronunciato, facendo finta  o di non sentire o di non capire, come a suggerire sottovoce: non sarò mica matto! - e, d'altro canto, prevedendo la risposta negativa, l'Opera di Roma, nella persona di Fuortes, non abituato a fare brutte figure - magari le maschera se giunte improvvise - non ha mai fatto apertamente richiesta specifica al direttore.

Fino alla precipitosa ed anche inspiegabile uscita di Gatti dal Concertgebouw per presunte molestie ( forse solo avances insistenti, niente molestia e ancor meno violenza)  ai danni di due cantanti donne, cosa di una ventina di anni fa, quando anche Gatti era giovane come le due cantanti accusatrici e potrebbe aver ecceduto in galanteria ( chi non l'ha fatto una volta nella vita affascinato da avvenenza e intelligenza femminile, desistendo al primo rifiuto? peccato che di queste  avances rivolte ai maschi nessuno denuncia, ritenendole motivo di orgoglio tutto maschile!) .

La ragione vera del licenziamento 'in tronco' di Gatti da Amsterdam, come qualcuno  ha rilevato, va cercata nella imminente tournèe della celebre orchestra olandese in America, dove  non si voleva approdare, in piena tempesta contro le molestie alle donne, con un direttore in stato d'accusa. Quelle accuse, veramente inconsistenti, delle due cantanti,  cui non è stato, sembra, dato alcun seguito, salvo  il mandato di Gatti ai suoi Avvocati per il danno procuratogli, Amsterdam per non apparire  troppo superficiale nella decisione,  le ha condite con 'comportamenti inappropriati denunciati da alcune  donne dell'orchestra'. Altra idiozia, che non regge, senza particolareggiate accuse.

 Sta di fatto che l'incidente olandese ha reso Gatti all'improvviso il direttore più libero del mondo, perché  altre istituzioni prestigiose si sono allineate con gli olandesi. E così Gatti ha accettato la proposta dell'Opera di Roma. Ora. Prima non l'avrebbe mai accettato con l'incarico di Amsterdam ancora in essere, tanto lui oltre quella storica orchestra, dirigeva già in molti teatri, Scala compresa. Perchè un impegno all'Opera di Roma, teatro da sempre problematico? A proposito l'altra sera la pilizia ha fermato alcuni coristi che distribuivano volantini fuori del teatro, nei quali denunciavano che alle strette misure avvallate nel 2014  dal personale,  non è stata ancora messa la parola fine del l'ottimo amministratore Fuortes.

 Ha quindi un bel dire, per vantarsene, Fuortes, che le trattative andavano avanti da un bel pezzo. Falsità. E c'è ancor un fatto che sconfessa il Fuortes sempre irreprensibile che non sbaglia un colpo. Quando accadde il fattaccio, Fuortes non si schierò subito al fianco del direttore, dicendo: lo conosco bene, non credo a quelle accuse. Il Sovrintendente, noto anche con  il soprannome di 'cuor di leone' rimise la decisione nelle mani della sindaca Raggi, presidente del Teatro. La quale, evidentemente, è stata più saggia e coraggiosa di Fuortes, non dando seguito con la nomina di Gatti a quella sequenza di accuse indimostrate e  tuttora difficili da dimostrare, e se  non proprio inesistenti, perlomeno gonfiate ad arte.

 In questi mesi - non è il Rigoletto che ha fatto il miracolo come Fuortes ha pontificato e tanti colleghi giornalisti hanno bevuto - ci saranno stati contatti con Gatti, finalmente libero - una fortuna per l'Opera di Roma - il quale deve aver opposto la sua innocenza alle accuse ingiustificate, al punto da convincere i vertici dell'Opera a cogliere l'occasione.

Ora, però, Gatti stia attento a vantare un  meraviglioso feeling  con l'orchestra, come non mai e con nessun altra. Stia attento perchè lui a Roma ha già lavorato stabilmente in anni passati, dal '92 al 97, nell'era del Cagli I, quando fu preferito a Thielemann; e,  di recente, tornando dopo anni di assenza a Santa Cecilia, ha raccontato della difficoltà avute con l'Orchestra all'epoca. Lavori con passione e determinazione in teatro, come ha i  numeri per  fare, ma  non parli subito di amore, potrebbe un giorno, fuori dall'Opera per chissà quali ragioni, raccontare i giorni difficili del suo approdo all'Opera, come ha già fatto con Santa Cecilia a distanza di anni. Meglio lavorare in silenzio.

 Perchè allora non sapremmo cosa dirgli. Come non sapremmo davvero cosa dire se  domani Pappano, dopo essere stato oltre 15 anni a Santa Cecilia, venisse a dirci che con l'Orchestra è stato un lavoro duro e difficile, con Cagli  e dall'Ongaro non è che sia andato sempre d'amore e d'accordo e via dicendo. Perchè l'unica cosa che ci verrebbe da dirgli a Pappano, e la stessa cosa vale per Gatti, è che poteva parlare quando era tempo. Se, invece, l'incarico di direttore musicale, sia a Gatti come a Pappano, faceva e ha fatto comodo, allora ne paghino anche le conseguenze, e non chiedano la nostra solidarietà. Fin d'ora negata!

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