Il ministero della Cultura si prepara a celebrare all’Arena di Verona la «nomina» dell'Opera italiana a patrimonio Unesco, ma Gennaro Sangiuliano non distoglie le attenzioni dalla Scala e dalle polemiche sulla successione tra il sovrintendente Dominique Meyer e Fortunato Ortombina, al momento alla guida della Fenice di Venezia. È facile immaginare dal tenore del botta e risposta tra Meyer e Sangiuliano che non sarà facile garantire una gestione, o almeno una quotidianità serena, nei lunghi mesi che ancora mancano alla conclusione del lavoro dell’attuale sovrintendente. «Colloquio positivo» ha garantito il sindaco Beppe Sala, presidente della Fondazione Scala, dopo il primo incontro, ieri mattina a Palazzo Marino, con Ortombina: il sindaco ha fatto riferimento al primo settembre come data di nomina ufficiale del nuovo sovrintendente, che da allora sarà «designato». Ortombina, che ha incontrato il legale della Scala, dovrebbe firmare nei prossimi giorni.
Meyer, che sperava di essere riconfermato nel suo incarico anche oltre il 2025, martedì scorso, durante la presentazione della nuova stagione della Scala, ha dichiarato di «essere stato cacciato da un ministro». La risposta è arrivata dal medesimo Sangiuliano: «Nessuno l’ha cacciato. Non esiste un incarico a vita né un reato di lesa maestà: ad agosto 2025 Meyer sarà rimasto in carica per oltre cinque anni».
Quanto alla decisione del Cda: «Non si può negare agli organi direttivi della Scala il diritto di aprire una nuova stagione».Un pizzicotto: «Mi giunge notizia che per Meyer sarebbe previsto anche un ulteriore riconoscimento economico per il suo lavoro».
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