giovedì 2 maggio 2024

Partenope Eterna. primo titolo della Turchini Records Perchè dare al CD il titolo dell'unico btrano non antico, ma scritto da Fabio Vacchi

                                                      FONDAZIONE PIETÀ DE’ TURCHINI

Presenta

In occasione del lancio dell’etichetta discografica Turchini Records

Partenope Eterna

con

Naomi Rivieccio (soprano)

Talenti Vulcanici

Marcello Scandelli (violoncello)

Rafael Arjona (liuto e chitarra barocca)

Federico Bagnasco (contrabbasso)

Stefano Demicheli (clavicembalo e direzione)

Consulenza musicologica Paologiovanni Maione

Con un brano inedito di Fabio Vacchi su testo di Giuseppe Montesano

 

Credits disco Partenope Eterna

Prodotto da Turchini Records

Distribuito da NovAntiqua

Registrato presso la Chiesa di Santa Caterina da Siena

Producer Andrea Dandolo

sound engineer e editing Renato Grieco
copertina Dalisi S.T.  penna e acrilici su carta 2011


Con Partenope Eterna nasce Turchini Records, la nuova etichetta indipendente per la musica antica targata Pietà de' Turchini

 

Napoli - Partenope Eterna è il primo disco che lancia la nuova etichetta indipendente Turchini Records, nata per valorizzare i repertori di Scuola Napoletana ed europea coniugandoli con la composizione contemporanea. Ad inaugurare il nuovo precorso della Fondazione Pietà de’ Turchini, venerdì 17 maggio ore 20.30 presso la Chiesa di Santa Caterina da Siena, sarà l’omonimo concerto che ripropone dal vivo il programma dell’album. A chiusura del live, sarà eseguito – per la pima volta a Napoli – il brano che dà il titolo al disco, composto dal Maestro Fabio Vacchi, che si è lasciato ispirare dalla voce ancestrale del soprano Naomi Rivieccio, dal virtuosismo barocco volto al futuro dai Talenti Vulcanici (in scena Marcello Scandelli al violoncello, Rafael Arjona al liuto e chitarra barocca, Federico Bagnasco al contrabbasso), diretti da Stefano DemicheliGiuseppe Montesano interpreta il pensiero musicale di Vacchi, scrivendo i versi di Partenope Eterna; il lavoro è realizzato con la consulenza musicologica di Paologiovanni Maione. Ad impreziosire il progetto – in copertina – la meravigliosa sirena disegnata dal tratto inconfondibile di Riccardo Dalisi. Il tour di presentazione prosegue l’8 giugno ad Asti per il Festival Colline in Musica del Roero Cultural Events, e il 9 giugno, a Genova, per il Festival La Voce e il Tempo. L’evento è realizzato con il sostegno di Intesa Sanpaolo, che dallo scorso anno affianca, come Main Sponsor, la programmazione dei Talenti Vulcanici. Info e prenotazioni al numero 0817611221 o sul sito turchini.it

 

Il programma è una preziosa antologia di cantate del primo Settecento, scelte con sapiente gusto dal musicologo Paologiovanni Maione. Composizioni che, nel repertorio cantatistico tra Sei e Settecento, avevano un ruolo di primo piano nei circuiti privati per allietare le conversazioni nei salotti d’epoca. Si passa dal tema napoletano, adottato da Alessandro Scarlatti con immagini di pastori e sirene, a un tono più drammatico e ai madrigalismi di Francesco Mancini, fino all’esercizio ozioso di Domenico Scarlatti, le cui sonate erano destinate allo svago di Maria Barbara di Braganza. Le toccate di Supriani erano rivolte invece a quel milieu di nobili dediti allo studio del violoncello, di cui il musicista rappresenta uno dei maggiori esponenti del primo Settecento. In questo repertorio, Napoli riesce, ancora una volta, a salire in scena in una visione fascinosa che ne consolida il rango di città musicalissima.

 

Il titolo rimanda alle legende sulle sirene: esseri metà donne e meta uccelli (o, in seguito, pesci), che abitavano su un’isola al largo di Sorrento. Si dice che i marinai, attratti dal loro canto ammaliante, virassero le navi verso la costa rocciosa, dove si schiantavano. Avvertito dalla maga Circe, Ulisse scampò la sorte nefasta, facendosi legare all’albero maestro. Vinse, dunque, con l’astuzia, perché la volontà non può contrastare il potere primigenio di questo richiamo femminile. Secondo una delle tante leggende, la sconfitta subita da Odisseo umilia e uccide una delle Sirene, Partenope, spingendo il suo cadavere dove sorgerà Napoli. Vacchi associa il canto delle Sirene al richiamo arcano e irresistibile della natura; non condivide il luogo comune che le vuole ingannatrici e menzognere, interpretazione frutto di incubi e fantasmi maschili. La virilità apparente ed esibita resta spiazzata dal fascino ancestrale, musicale ed erotico, di queste creature. Abbandonarsi al loro canto significa cedere all’incanto umano, fatto di mente e corpo, di sogni e miserie, di spiritualità e carnalità, che porta al piacere dell’amore, sovrumano, perché oltrepassa il tempo. Come fa la Napoli a cui Partenope dà voce.

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