giovedì 12 gennaio 2023

Accademia Bizantina. Due cose che non abbiamo ben capito: della musica che incanta le mucche di Provenza, e dell'invenzione di parti del 'Tamerlano' di Vivaldi

 Conosciamo l'Accademia Bizantina, nata a Ravenna, residente a Bagnacavllo, dai tempi della direzione di Piano Time, quando la direzione l'aveva il violinista Chiarappa che poi abbiamo invitato a continuare  il corso di violino a Città di Castello nel 2004 quando del 'Festival delle Nazioni' curammo la direzione artistica.

 Ora l'Accademia compie quarant'anni e la festeggia con una lunga tournée. Alla direzione a Chiarappa è succeduto Ottavio Dantone che la guiderà anche in questa tournée europea, che inizia a breve con il Tamerlano di Antonio Vivaldi.

 Racconta Dantone, che da anni vive in Francia, con sua moglie, il contralto Delphine Galou,  che le mucche che pascolano libere nella campagna che circonda la sua casa nel verde,  si fermano ed ascoltano lui e sua moglie quando  studiano.

 Distolte dalla musica per cui, immobili, cercano di capire cosa sta succedendo, oppure attratte dalla stessa (non  ci è detto se  si mettono comode sdraiate a terra per ascoltare meglio), hanno orecchie solo per quella musica dell'epoca barocca, alla quale presta la sua voce anche Delphine Galou?

 Della storia degli animali attratti dalla musica, di cui si conoscono infinite varianti, ce ne vengono in mente due o tre che ricordiamo abbastanza bene, oltre  quella che gira da tempo secondo la quale le galline per le uova o le mucche per il latte, la musica influenzerebbe le une e le altre sia per quantità che per qualità di prodotto. Ma lì, se ricordiamo bene, si trattava della musica di Mozart, perchè anche gli animali hanno i loro gusti in fatto di musica. Esattamente come gli umani, a differenza dei quali loro fanno uova e latte e gli umani sono specializzati anche in guerre.

 Una ce la raccontò Paul Badura-Skoda. Nella casa parigina di una delle sue ultime compagne,  quando lui studiava c'era sempre qualche animale che arrivava, come un qualunque ascoltatore in una sala da concerto, ad ascoltare: il gatto di casa che si  metteva sotto il pianoforte o un uccellino che si fermava sul davanzale della finestra.

 L'altro l'ha raccontato a noi, e ne ha scritto anche nei libri, la pianista Hélène Grimaud, che 'vive con i lupi', della cui attitudine musicale è pronta a giurare;  gli stessi animali che molti reputano feroci e cattivi, e Lei dall'animo buono, delicato e sensibile.

 Chiudiamo questo capitolo che certamente  si arricchirà ancora in futuro di altri episodi, per venire alla seconda questione.

 Il Tamerlano di Vivaldi, che si ascolterà a partire da domenica 15, è - racconta Dantone - un 'pasticcio' che tecnicamente vuol dire: un'opera niente affatto originale dalla prima all'ultima nota, ma confezionata sfruttando musica preesistente propria o di altri autori.

 Un musicista vi ricorreva quando non avendo tempo e voglia di scrivere una nuova opera, ma pressato a farlo, prendeva un libretto ( che magari gli veniva offerto) e lo metteva in musica ricorrendo a materiale preesistente, suo o di altri, adattandolo secondo esigenze espressive od anche semplicemente metriche. Vivaldi non è l'unico autore che l'ha fatto.

 Premettiamo subito che Vivaldi - ma lo ha fatto anche il 'padreterno' Bach - in questa operazione non smetteva di essere Vivaldi: vogliamo dire che non diventava a  causa della scelta-scorciatoia, un qualunque 'sarto della musica' specializzato in 'taglia e cuci' nello stile del patchwork.

Oggi ci sono molti interpreti-studiosi di musicisti barocchi, fra questi anche Dantone che, forti della loro conoscenza approfondita della musica di Vivaldi o di altri autori, si sentono autorizzati - come dichiara di aver fatto anche Dantone - a prendere una musica per utilizzarla in un'aria della quale si è persa quella originale.

 Non neghiamo che nel compiere tale lavoro di pregiatissima 'sartoria', ottengano buoni, e forse anche convincenti, risultati. Ma nè Dantone, nè Malgoire,  che in passato aveva compiuto analoga operazione,  e neppure l'altro italiano che si crede Vivaldi reincarnato,  perchè suo biografo e curatore del catalogo delle opere di Vivaldi, con la 'benedizione' di Peter Ryom, e cioè Federico Maria Sardelli, possono essere così sfrontati da dire che conoscendo benissimo Vivaldi, sanno esattamente ciò che lui avrebbe fatto in analoga circostanza, e perciò lo fanno loro.

Nessun commento:

Posta un commento