venerdì 1 marzo 2019

Dario Nardella, erede(?) di Giorgio La Pira, parla di politica con le parole della musica ( AGI notizie)

(...)I ricordi musicali si mescolano con il presente politico. "Il mio maestro mi diceva sempre che una nota stonata in un concerto, è come una macchia di pomodoro su una camicia bianca. La politica italiana oggi? Si fa fatica a trovare la parte bianca della camicia! Altro che lo 'smacchiatore' di Bersani...". L'analisi del sindaco del capoluogo toscano diventa un parallelismo fra le sue due passioni. "Oggi la politica italiana è una valanga continua di parole vuote e di slogan ripetitivi. In musica sarebbe un disastro. Non c'è fraseggio musicale importante che abbia sì le note, ma che abbia anche le pause. Un politico deve conoscere anche il silenzio. In certi pezzi contano più le pause di silenzio delle battute suonate. Oggi invece - ha spiegato Nardella - la politica è presenzialismo ossessivo, penso a Salvini, e logorrea. Immaginiamo cosa può essere una sinfonia di un'ora e venti fatta di un unico suono continuo forte...".

E l''orchestrà del Pd, oggi, come suona? "Il mio partito al momento non ha un direttore. Ha bisogno di accordare i suoni, perché troppo spesso i violini fanno una nota, mentre i violoncelli ne fanno una stonata e le trombe entrano contro tempo. Provo rabbia, perché questo partito ha degli orchestrali molto preparati, ma non si ascoltano tra di loro. Serve ascoltarsi e cercare di suonare 'a ritmo', come si dice in gergo musicale, e intonati, perché altrimenti fuori, lo spettatore, ascolta soltanto un groviglio di note. Il rischio è che venga fuori un concerto pessimo".

Sul tema della leadership, Nardella non ha dubbi. "Direttore e orchestra hanno bisogno l'uno dell'altra. Il Pd dovrebbe ispirarsi a questo modello. L'orchestra è l'organizzazione, il direttore rappresenta la leadership". Un pensiero musicale, infine, il sindaco violinista, lo dedica anche ai candidati alla segreteria del Pd in vista del prossimo congresso.

"A Zingaretti suonerei 'La marcia di Redetzky', di Strauss, per dargli un po' di vigore. A Martina? 'La sinfonia del nuovo mondo' di Dvorak, perché possa trovare la forza di far vedere davvero un nuovo mondo. A Giachetti invece suonerei 'L'eroica' di Beethoven, perché lui è l'outsider. Quindi questa sinfonia personifica l'uomo coraggioso, battagliero, come lui è". A se stesso invece, il sindaco Dario Nardella dedica le 'Sonate e Partite' per violino solo di Bach. In vista della sfida elettorale "Bach mi servirà a trovare fiducia in me stesso, lucidità e forza emotiva".

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