«L’utente “fittizio” Lanza» ancora non ha un nome. I carabinieri che indagano sul gruppo di Equalize lo descrivono come «appartenente ad Aisi», il Servizio segreto interno. Negli atti viene definito come un «altro utente ricorrente negli accertamenti svolti fino ad oggi», in riferimento alle persone spiate attraverso accessi abusivi ai sistemi Sdi del Viminale per conto di Gallo e soci. A differenza del poliziotto di Rho, Marco Malerba e del finanziere della Dia di Lecce, Giuliano Schiano (entrambi interdetti per sei mesi dal gip Fabrizio Filice), non è chiaro per conto di chi si muovesse il misterioso «Lanza», «avente nome utente Sdi “Foga415”».
Ma la suggestiva ombra (o l’impronta) dei Servizi segreti compare in diversi passaggi degli atti dell’indagine. Si tratta soprattutto di contatti e rapporti «raccontati» dagli stessi indagati. Il cui peso specifico non è affatto chiaro. Del resto le dichiarazioni spontanee al gip di Massimiliano Camponovo, socio dell’hacker Samuele Calamucci, «temo per la mia incolumità e quella della mia famiglia», ho percepito «una mano oscura che gestisce questo sistema», contribuiscono (forse in modo strumentale) ad alimentare suggestioni e intrighi.
L’ex 007 Marco Mancini ha già smentito le parole di Gallo che, intercettato, vantava «amicizie» e «favori» con lui e Giuliano Tavaroli «quando eravamo ai Servizi tutti insieme». Per un anno, a cavallo tra il 2002 e il 2003, ha certamente militato nell’intelligence l’ex Ros Enzo De Marzio, nome in codice «Tela», altro indagato. Nei suoi racconti dice che «questi (riferendosi alle attività degli 007, ndr) hanno ammazzato delle persone...». E lo stesso capo degli hacker, «Sem» Calamucci lascia intendere di aver lavorato per l’intelligence. Come quando parla dei rapporti con l’ex sottosegretario alla Difesa Angelo Tofalo (M5S),: «Ho chiamato lui, perché lui quando io fornivo come ausiliario al Dis (Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, ndr) le informazioni, lui era quello che ci organizzava i servizi». Anche se i carabinieri sostengono che non è stato trovato «un riscontro diretto ai contatti» tra i due. Intercettato spiega anche di avere «contatti tra i servizi deviati e i servizi segreti seri». Dice di frequentare la sede milanese dell’Aisi dove vorrebbe «passare» alla ricerca di apparecchi per il positioning. E che i pc dei «ragazzi» di via Pattari «sono i computer usati che hanno lì».
A proposito di un manager in contatto con Pazzali, Calamucci spiega di aver chiesto informazioni: «Non mi risulta dai miei contatti del Sismi che lui abbia lavorato in forza al Sismi», aggiungendo poi, «è chiaro lavori solo se c’hai, come si dice, se sei vestito, se non sei vestito...». Sul ruolo di Gallo ai Servizi, di cui lui stesso racconta intercettato, i carabinieri di Varese scrivono che «tale dichiarazione è tutt’altro che priva di fondamento, e non appare nemmeno frutto di una millanteria»: «Si tratterebbe di una situazione che a prima vista può sembrare incredibile perché Gallo non ha mai abbandonato i contatti con la polizia di Stato e la sua funzione di intelligence sarebbe legata proprio al ruolo “interno” agli uffici giudiziari della Procura». Su questo punto «tuttavia esistono già riscontri (in altri noti procedimenti) circa l’esistenza, in passato, di agenti che svolgevano le proprie funzioni con una doppia veste».
Si parla anche di rapporti con servizi stranieri a cominciare da due «presunti» israeliani del Mossad, filmati negli uffici di via Pattari. «Calamucci e Gallo hanno detto più volte di lavorare con numerosi servizi di intelligence stranieri», scrivono i carabinieri: «Il mercimonio d’informazioni con soggetti stranieri apparentemente appartenenti a servizi d’intelligence straniera rappresenta un “corto circuito” dal momento che dati indisponibili e appartenenti al patrimonio informativo e di sicurezza dello Stato, vengono messi a disposizione di terzi in assenza di un mandato istituzionale o dei reciproci rapporti tra intelligence di paesi amici». E aggiungono. «Ad oggi infatti non sono emerse deleghe o rapporti di natura stabile tra apparati dello Stato italiano (le sue articolazioni di intelligence) ed il gruppo di via Pattari».
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