martedì 23 maggio 2023

Fu l'Aviatore Dro a farci andare a Lugo di Romagna all'inizio del 1996, la cittadina rossiniana ora invasa dalle acque

" L'aviatore Dro, l'opera mito del Futurismo Italiano, tornera' presto a volare. Per la prima volta, dopo oltre settant'anni dalla sua nascita, l'opera di Francesco Balilla Pratella andra' in scena al Teatro Rossini di Lugo di Romagna, nei giorni 3, 5, 7, 8 gennaio 1996. Con questo importante 'poema tragico in tre atti', come recita il sottotitolo dell'opera, il compositore futurista italiano Francesco Balilla Pratella (Lugo 1880-Ravenna 1955) si e' assicurato un posto di rilievo nella storia della musica di tutti i tempi.

Si tratta dunque di una nuova messa in scena dell'opera piu' citata - e meno ascoltata - del Futurismo Musicale Italiano, il singolare movimento culturale che conobbe il suo apice nei primi due decenni del nostro secolo e che vide operare Pratella al fianco di Luigi Russolo e di Filippo Tommaso Marinetti".

 Questa notizia, battuta dall'Adnkronos,  a fine 1995, ci fece mettere in viaggio per Lugo di Romagna, dove i Rossini avevano la casa di famiglia, e dove anche il giovane rampollo, Gioacchino, visse  dai dieci anni ai dodici.

 Ma non era Rossini a richiamarci nella sua città, in quel gennaio del 1996, bensì la curiosità di assistere alla rappresentazione dell'Aviatore Dro, dell'esponente futurista Francesco Balilla Pratella, di Lugo, nel Teatro Rossini, con la direzione di Gianandrea Gavazzeni, con il quale alla fine dell'opera ci trattenemmo in una indimenticabile, affabile conversazione.

La curiosità, che ci aveva spinti a metterci in viaggio, fu naturalmente soddisfatta, ma forse solo quella, perchè non ricordiamo particolari elementi  di quell'opera.

Un altro ricordo serbiamo di Lugo.  La mattina seguente la rappresentazione, facemmo un giro nella via principale della cittadina, e nella vetrina di un negozio di antiquariato, ci colpì un piccolo strumento che più che uno strumento musicale sembrava un gioiello o un sovrammobile.

 Si trattava di una piccola fisarmonica, di metà Ottocento, di legno intarsiato con i tasti in madreperla, una delle più belle per il cesello ligneo, fra quelle che i è capitato di vedere in seguito ( ce ne è una al Museo degli Strumenti Musicali dell'Auditorium, di Roma, ma di fattura più dozzinale, che, rispetto a quella in nostro possesso, ha il vantaggio di essere restaurata, mentre la nostra non lo è).

 Questi giorni, quando Lugo ha vissuto la tragedia dell'alluvione,  i ricordi de L'Aviatore Dro,  di Gianandrea Gavazzeni e della nostra piccola preziosa fisarmonica antica ci hanno fatto riandare a quel viaggio di 27 anni fa.

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