mercoledì 1 marzo 2023

Lasciano addetti alla comunicazione di parecchi ministeri del governo Meloni. Tutti in breve tempo. Che succede?

 Prima, nelle scorse settimane, se ne sono andati il portavoce di Adolfo Urso, Gerardo Pelosi, e il capo di gabinetto della ministra delle Riforme, Maria Elisabetta Casellati, Alfonso Celotto. Entrambi per "motivi personali". Poi, ieri è stata la volta di Giovanni Sallusti, il portavoce del ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara. E sono arrivate le dimissioni, sempre nella giornata di ieri, di Marina Nalesso, la portavoce del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. Le motivazioni sono sempre le stesse: motivi personali e familiari, questa la versione ufficiale. I portavoce del governo Meloni sono in fuga, e se prima poteva essere solo un caso, adesso la tendenza è confermata, con le dimissioni, in un solo giorno, di ben due responsabili della comunicazione. 

Potrebbe invece arrivare a fare il portavoce del governo Meloni Mario Sechi, attuale direttore dell'Agi, che è stato visto entrare ieri a palazzo Chigi. Il suo ruolo però probabilmente non sarà proprio di addetto stampa, quanto più di consiglioro. Meloni, che ha portato a palazzo Chigi come consigliere la sua storica portavoce, Giovanna Ianniello, vuole rafforzare la sua comunicazione. Sechi, in ogni caso, se riuscirà a diventare portavoce, lo farà dopo aver vinto riverse resistenze interne a Fratelli d'Italia e alla Lega, e nel mondo dell'informazione di centrodestra. 

Quel che è certo è che il governo Meloni con i portavoce ha un palese problema. Ad esempio il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso non si è solo separato dal portavoce, Gerardo Pelosi, già firma economica del Sole 24 ore, ma anche dalla responsabile della sua segreteria, Valentina Colucci, che in passato aveva collaborato con i ministri Vittorio Colao e Federico D'Incà. I due hanno lasciato a fine gennaio e il motivo sarebbe una lite scoppiata dopo il frettoloso annuncio sull'accordo raggiunto con i benzinai. Invece Giovanni Sallusti, 40 anni, ha lasciato ieri, dopo che Valditara è finito sotto accusa per l'annunciata punizione della preside fiorentina, che aveva scritto una lettera in cui denunciava il pestaggio squadrista.    

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