La morte di Benedetto XVI "è stata strumentalizzata da gente di partito, non di Chiesa", gente "senza etica". Sono le parole del Papa sul volo di ritorno dal Sud Sudan. "Vorrei dire che ho potuto parlare di tutto con papa Benedetto. (Anche per) cambiare opinione. Lui sempre era al mio fianco, appoggiandomi, e se aveva qualche difficoltà, me la diceva e parlavamo. Non c’erano problemi".
Bergoglio fa esempi concreti: "Una volta che io ho parlato del matrimonio delle persone omosessuali, del fatto che il matrimonio è un sacramento e che noi non possiamo fare un sacramento, ma che c’è una possibilità di assicurare i beni tramite la legge civile, che è cominciata in Francia… qualsiasi persona può fare un’unione civile, non necessariamente di coppia. Le vecchiette che sono in pensione per esempio… perché si possono guadagnare tante cose. Una persona che si crede un grande teologo, tramite un amico di Papa Benedetto, è andato da lui e ha fatto la denuncia contro di me. Benedetto non si è spaventato, ha chiamato quattro cardinali teologi di primo livello e ha detto: spiegatemi questo e loro lo hanno spiegato. E così è finita la storia. E' un aneddoto per vedere come si muoveva Benedetto quando c’era una denuncia".
"Alcune storie che si dicono, che Benedetto era amareggiato - dice Francesco - per quello che ha fatto il nuovo Papa, sono ‘storie cinesi’. Benedetto anzi io l’ho consultato per alcune decisioni da prendere. E lui era d’accordo. Era d’accordo. Credo che la morte di Benedetto sia stata strumentalizzata da gente che vuole portare acqua al proprio mulino. E quelli che strumentalizzano una persona così brava, così di Dio, quasi direi un santo padre della Chiesa, direi che è gente non etica, è gente di partito non di Chiesa… si vede in ogni parte, la tendenza a fare di posizioni teologiche dei partiti. Queste cose cadranno da sole, o se non cadranno andranno avanti come tante volte è accaduto nella storia della Chiesa. Ho voluto dire chiaramente chi era papa Benedetto, non era un amareggiato". A parlare di un Ratzinger amareggiato dopo il giro di vite del Papa sulla messa in latino era stato mons. Georg Ganswein, già segretario particolare del Papa emerito.
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