mercoledì 7 dicembre 2022

Teatro alla Scala. La 'nuova' destra che ama la musica?

 Ha destato  più che giustificato scalpore la notizia che questa sera, per l'inaugurazione della stagione scaligera ( con Boris Godunov di Musorgskij) nel palco reale del teatro non c'è posto per tutti. I presenti, invitati e non, sono troppi.

 Sono lontanissimi, sembra un ricordo ormai sbiadito, gli anni in cui la ministra Melandri preferiva un party - cena di gala - all'Hilton di Roma alla serata inaugurale scaligera, o  Berlusconi che al teatro musicale preferiva il teatrino 'burlesque' della sua villa, protetta da occhi indiscreti.

E, comunque, lontanissimi sono anche gli anni in cui alla serata inaugurale della Scala, nel palco reale prendevano posto il Presidente della repubblica, mai i premier con lui. Magari con qualche ministro - non sempre quello della cultura - che gli faceva corona.  

Nel caso di Franceschini siamo quasi certi che la sua assiduità alla serata milanese fosse incoraggiata dalla sua giovane moglie desiderosa di presenziare alle serate mondane. A qualcuno risulta che la signora Franceschini, nata Di Biase, oggi parlamentare, è stata vista qualche volta  anche altrove,  magari prima degli incarichi di suo marito, a testimonianza del suo amore per la musica? Noi non ce ne ricordiamo una, nemmeno una sola.

 Spesso in quel palco reale, ma solo per la serata, prevalentemente  mondana e 'di rappresentanza' del 7 dicembre, si sono visti anche ospiti stranieri, europei, come la Merkel, e questa sera Von der Leyen.

 E naturalmente sindaco, governatore ( quello stesso che l'altro ieri ha tagliato i finanziamenti al Teatro; parliamo di Fontana. Avrà la faccia tosta di sedere nel palco reale?) e il codazzo di amministratori che alla Scala assicurano finanziamenti, con i soldi dei cittadini.

 Per questa sera il sovrintendente Meyer non sa letteralmente come fare per 'pigiare' in quel palco, che pure ha una certa capienza, tutti gli aspiranti e gli autoinvitati,  alcuni non senza qualche interesse. 

Come nel caso della Casellati, ministra, che ha un figlio che fa il direttore d'orchestra e che abbiamo già visto  superattiva, da Presidente del Senato, nel caldeggiarne la carriera (medaglia alla direttrice di un festival nell'America latina, Cartagena, dove il Casellati della bacchetta dirige; o  l'invito a dirigere il Concerto di Natale  in Senato a Gergiev, medagliato anch'egli, per agevolare trasferte sanpietroburghesi del figlio...).

La sinistra negli anni passati, ha spesso snobbato la Scala a Sant'Ambrogio,  per due motivi, uno dei quali la accomuna alla destra: la solenne ignoranza  musicale e il totale disinteresse per la musica tranne i casi in cui bisognava nominare qualcuno nel settore; il secondo motivo, appannaggio esclusivo della sinistra  che disertava la Scala era l'idea che quella serata fosse troppo mondana. Che, al contrario, è la ragione, principale se non unica, per cui la destra  vi si reca a fiotti.

Salvo che per doveri istituzionali, che consigliano ai nostri governanti di partecipare ad un rito di risonanza mondiale, seppure culturale,  è difficile immaginare che uno solo dei politici  italiani si possa recare ad un concerto o ad un'opera, per un qualche interesse personale.  Noi che da decenni frequentiamo sale da concerto e teatri, non ne abbiamo visti quasi mai. Per questo, quando si fanno vedere, quelle rare volte, i cronachisti mondani dei giornali ne riportano il nome, trattandosi di un evento.

 Resta il fatto, assolutamente nuovo, che la destra fa a gara per esserci alla Scala -  perchè non altrettanto all'Opera di Roma ?- a fronte del quale noi osiamo sperare che abbia ad interessarsi un pò anche della musica, come non ha mai fatto, se non nei casi, tutti comunque recenti, in cui bisognava premiare i servigi di una qualche direttoruccia d'orchestra o di un sovrintendente fedelissimo 'nei secoli' ( non c'entra nulla con l'Arma!, ma solo con la fiamma che arde secolare).

 Per la serata di questo sant'Ambrogio 2022  c'entra qualcosa anche la scelta del titolo inaugurale, in tempi di guerra, e dopo le polemiche  che ne sono seguite. Fuori luogo.

                                  *****

 P.S. per Chailly

Una  noterella, se ci è consentito, anche per  il direttore che, ad ogni inaugurazione di stagione si fa sempre vanto di proporre la 'prima' di qualcosa. Nel caso del Boris, oltre a far sapere che ricorrerà al cosiddetto 'Ur-Boris', ha sbandierato orgoglioso - come ha sempre fatto ad ogni inaugurazione e fa anche questa sera - che il pubblico ascolterà  25 battute della partitura, scoperte per lui, e mai ascoltate prima.

 Pensate voi che al pubblico importi qualcosa; e ci sarà fra di esso qualcuno  che si accorgerà di quelle 25 battute e goderne, in un partitura che  ne ha migliaia? O che possano  interessare almeno ai critici, ai quali se non si dirà dove sono quelle ritrovate  25 battute, sarà impossibile anche accorgersi del bel 'regalo' chaillyano?

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