lunedì 4 aprile 2022

Il serbo VUCIC e l'ungherese ORBAN, unici putiniani di ferro in Europa, riconfermati alle elezioni presidenziali

 Il presidente serbo Aleksandar Vucic ha rivendicato una larga vittoria al primo turno delle presidenziali di domenica, unitamente al grande successo del suo Partito del progresso serbo (Sns, conservatore) nelle parlamentari anticipate tenutesi in contemporanea alle presidenziali e alle amministrative a Belgrado e in altri 13 Comuni. Vucic ha detto che, in base ai dati elaborati dal suo staff di partito, alle presidenziali ha ottenuto fra il 59,9% e il 61%, pari a 2.250 mila voti. 

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Una vittoria così grande che si vede dalla Luna e di certo da Bruxelles". Nel celebrare il suo nuovo trionfo alle urne e la riconferma a premier dell'Ungheria (il quarto incarico nella sua carriera politica, il terzo di fila), Viktor Orban non ha mancato di togliersi qualche sassolino dalla scarpa, a partire da quell'Unione europea con cui è da tempo ai ferri corti. E di cui è l'unico leader ad aver mantenuto una linea morbida nei confronti di Vladimir Putin, venendo attaccato per questo dal presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy.

Sebbene il governo ungherese abbia condannato l'invasione russa e sostenuto le sanzioni dell'Ue nei confronti di Mosca, Orban si è opposto al divieto alle importazioni di energia russe e ha rifiutato di fornire armi bilateralmente a Kiev. In un Paese che ha ancora vivo il ricordo dell'oppressione durante l'era sovietica, l'opposizione aveva sperato di avvantaggiarsi, e i sondaggi a ridosso del voto avevano alimentato tale speranza. Ma alla fine, Orban ha vinto ancora: il suo partito, Fidesz, ha preso oltre il 50% delle preferenze, guadagando circa 134 seggi su 199 del Parlamento di Budapest. 

"Questa nostra quarta vittoria consecutiva è la più importante, perché abbiamo conquistato il potere contro un'opposizione che si era alleata - ha detto nel commentare il suo successo - Si sono alleati tutti e noi abbiamo vinto lo stesso. Abbiamo vinto anche a livello internazionale contro il globalismo. Contro Soros (il magnate americano di origine ungherese, ndr). Contro i media mainstream europei. E anche contro il presidente ucraino". "Fidesz rappresenta una forza conservatrice patriottica e cristiana. È il futuro dell'Europa. Prima l'Ungheria!", ha concluso, riprendendo le famose parole usate da Donald Trump.

I partiti di opposizione si erano uniti intorno all'ultracattolico europeista Peter Marki-Zay, ma l'alleanza si è fermata al 33,6% con soli 58 seggi. Marki-Zay ha riconosciuto la sconfitta, ma con parole di denuncia molto amare: "In un sistema ingiusto e disonesto come questo non potevamo fare di più", ha detto, contestando la fortissima propaganda governativa.


 

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