martedì 9 marzo 2021

USA. Più vaccinati che contagiati ( da La repubblica, di Anna Lombardi)

 Più vaccinati che contagiati. Sì, l’America è al giro di boa e dopo aver mantenuto a lungo il triste primato di Paese con più positivi al mondo (29.746.138), qui il numero di immunizzati supera finalmente quello di chi ha contratto il virus. Sono 31,3 milioni i già pienamente vaccinati, il 18,1 per cento della popolazione. Cui aggiungere i 61 milioni che hanno ricevuto almeno la prima dose, per un totale di 92,1 milioni di parzialmente protetti, un terzo degli aventi diritto.

S’intravede la fine del tunnel: e infatti il Cdc, Centro per la prevenzione malattie, ha diffuso le prime linee-guida per chi ha completato l’iter, ammettendo tra immuni visite e abbracci senza mascherine. Intanto, l’America galoppa con 2,17 milioni di sieri somministrati ogni giorno: aiutata pure dalla prima fornitura Johnson&Johnson arrivata venerdì, il monodose che, sommato a Pfizer e Moderna, sta permettendo a grandi città come New York 100mila inoculi al giorno fra anziani, persone con patologie, personale sanitario, ristoratori e lavoratori del servizio pubblico, con nuove categorie aggiunte ogni settimana.

Uno sforzo enorme, ottenuto mantenendo aperti 24 ore su 24 gli spazi adibiti a vaccini di massa. Spesso, con l’aiuto dell’esercito: il Pentagono ha infatti messo a disposizione 6.253 uomini da affiancare ai volontari della protezione civile, organizzando due tipologie di gruppi: “Team 1”, squadre con 222 membri fra soldati, graduati e medici provenienti da tutti i corpi, pronti a vaccinare seimila persone al giorno. E “Team 2”, 139 militari capaci di servire fino a tremila persone. Venticinque di queste squadre sono dispiegate in California, New Jersey, Texas, New York, Virgin Islands, Pennsylvania, Florida, Illinois e Carolina del Nord.

Proprio uno dei team gestisce logistica e vaccini al centro congressi Javits, nel cuore di Manhattan, aperto notte e giorno, la cui trasformazione, per i newyorchesi è simbolica. Un anno fa era stato il primo spazio riconvertito in ospedale Covid del Paese: un centro d’emergenza per i casi più gravi, davanti al quale ci si faceva il segno della croce per i tanti furgoni refrigerati parcheggiati fuori ad accogliere i corpi dei troppi morti. Ora invece ti salutano decine di cartelli luminosi: «Complimenti, stai per fare il vaccino Covid».

Agli early birds — chi sceglie la scomoda fascia oraria dell’alba — si regala perfino un barattolo del miele prodotto sul tetto, nei suoi celebri alveari urbani. All’iniezione si accompagna la consegna di un adesivo con Lady Liberty e la scritta: «I am vaccinated» da ostentare con fierezza. E c’è pure un selfie corner, l’angolo delle foto: incoraggiate perché, ormai è dimostrato, spingono gli altri a vaccinarsi. Lo conferma il Washington Post: nella comunità afroamericana, dove un mese fa i restii erano il 35 per cento, l’esempio di leader politici e religiosi locali sta convincendo molti. Nei quartieri difficili sono partiti programmi per immunizzare a domicilio. Mentre tutti gli over 65 possono vaccinarsi in farmacia.

Resta il problema dei no-vax: secondo un sondaggio di Kaiser Family Foundation, lo zoccolo duro è fra i sostenitori di Trump: il 28 per cento degli elettori repubblicani è deciso a non vaccinarsi e un altro 18 per cento è scettico. Numeri così alti da minare, potenzialmente, l’immunità di gruppo. Pure Donald e Melania Trump si sono vaccinati: ma in privato, senza dare l’esempio, e per questo duramente criticati dal capo dell’Istituto nazionale per le malattie infettive Anthony Fauci. Sì, l’America è al giro di boa. Ma resta ancora molto da fare.

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