sabato 8 febbraio 2020

Benigni a Sanremo. Diego Fusaro scomunicherebbe la stessa BIbbia

Diego Fusaro, scrittore e filosofo alla moda,  ha di fatto scomunicato il pontefice, perchè non interviene contro la scristianizzazione, di cui sarebbe uno dei promotori convinti, non difendendo dagli attacchi l'ortodossia dogmatica; e scomunicherebbe, se potesse,  anche la stessa Bibbia, stando a quel che ha dichiarato a proposito di Benigni che, a Sanremo, ha fatto conoscere la più bella 'canzone' d'amore della storia, quella 'canzone delle canzoni'  rappresentata dal biblico 'Cantico dei Cantici'.
La cui riduzione e sintesi  Benigni ha letto, con evidente partecipazione emotiva e intellettuale, dopo averla a lungo illustrata - non è che l'avrà scritto una donna, ha ipotizzato provocatoriamente? - e spiegate le ragioni della lettura sanremese. 

Noi, non più freschi, a causa dell'età, ma  ancora forti dei nostri studi teologici e biblici, vorremmo rassicurare Fusaro della bontà e correttezza della lettura di Benigni.

 Quel libro, da sempre presente nel 'canone' dei libri sacri, proprio per la sua 'carnalità' ha creato  imbarazzo alla Chiesa che  investendolo di lettura simbolica - l'amore di Dio per l'uomo incarnata dall'amore di due amanti - ha cercato di limitarne la portata. Ma quella carica non è sfuggita a molti commentatori, di vari settori,  che da esso si sono fatti ispirare - nel caso della musica, basterebbe Palestrina.

 Del resto, vorremmo dire a Fusaro,  è lecito porsi la domanda se anche San Girolamo, traduttore della Bibbia, non abbia voluto - egli, eremita, non filosofo alla moda come lui - ammorbidire la vivacità e la carnalità delle immagini presenti. 

La Chiesa  ha forse qualche giustificazione - non condivisibile - per i dubbi che nei secoli ha nutrito su quel libro 'sacro': nella sua crociata contro il sesso, anch'esso dono di Dio e  fuoco vivo che brucia nell'amore. Solo nel Vaticano II per la prima volta, duemila anni e passa dopo la stesura del Cantico dei Cantici, ha per la prima volta asserito solennemente che il matrimonio - comprendendovi anche l'amore carnale che lo cementa -  serve a mantenere vivo l'amore  tra i coniugi, oltre che alla procreazione.
Erri De Luca, che ha tradotto alcuni libri della Bibbia, ridando al testo quella durezza, 'petrosità' , originale dell'ebraico,  ha mai avvicinato quel meraviglioso testo, il più bello ed antico di tutti i tempi sull'amore? Se lo ha fatto, perchè non parla?

Non vorremmo che ora, oltre e dopo Fusaro, qualche altro orecchiante  in vari campi del sapere - come noi consideriamo da tempo Augias, per la musica e per la religione, ultimamente anche per gli studi biblici -  si sentisse autorizzato a dire la sua. Non l'attendiamo, e lui potrebbe, sinceramente, rispiarmarcela. ( P.A.)









Dichiarazioni di Diego Fusaro:
“Questa rassegna di Sanremo 2020 si caratterizza per l’aggressione al sacro, per quella scristianizzazione coerente con il nichilismo della civiltà dei mercati che deve distruggere ogni altra divinità rispetto ai mercati speculativi.
Dopo Fiorello e Achille Lauro l’attacco più duro, al cuore del cristianesimo.
Nel suo monologo, Roberto Benigni ha assestato un colpo ulteriore al cristianesimo e alla trascendenza. Ha letto il “Cantico dei cantici” in una chiave totalmente decontestualizzata e volta a produrre la sdivinizzazione del cristianesimo stesso.
Ha trasformato il ‘Cantico dei cantici’ in una sorta di canto pasessualista e arcobaleno del ‘love is love’, dove ogni tipo di unione è possibile purché vi sia il godimento e l’amore fisico, come ha più volte ribadito, rimuovendo totalmente il fatto che vi è certamente nei testi sacri la valorizzazione dell’amore, ma in una chiave di apertura alla trascendenza e al divino. L’unione fisica è il punto di partenza per l’innalzamento a un’unione spirituale ed etica. Tutto questo non vi era nel discorso di Benigni, la cui povertà narrativa si risolve nell’aver trasformato il ‘Cantico dei cantici’ in una sorta di hit-parade per il gay pride.
Un’aggressione frontale al cristianesimo. Benigni non è il Papa, è stato detto… In altri tempi di fronte a un monologo così distorcente il linguaggio cristiano, il Papa sarebbe intervenuto. Se non il Papa le autorità competenti per prendere le distanze. Oggi invece non avviene perché di fatto non c’è questa dissonanza tra la visione che Benigni dà del cristianesimo e quella a cui la chiesa di Bergoglio sta dando corso.

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