mercoledì 28 settembre 2016

D'Alema s'è fatto un litro. Del suo vino?

La 7 quest'anno ogni sera cambia pelle. Da Lilly sono apparsi prima Renzi e Travaglio,  il secondo molto simile ad una serpe velenosa che non guarda mai in faccia l'avversario ma che è pronto a morderlo - anche se spesso senza iniettargli veleno velenoso, perchè non ne ha di efficace nella sacca in cui lo raccoglie - mentre l'altro le spara ogni giorno più grosse - il 'promessificio' di Renzi non ha limiti - benchè qualcosa a Travaglio gliela spieghi, nonostante che lui  faccia finta di non capire o non vuol proprio capire.
Nei giorni successivi, sempre Lilly, nel suo salottino soft, post Mentana,  ha ospitato due coppie salite ma sul ring 'parrocchiale', nonostante fingano di lottare. Una sera  Padellaro/Augias e l'altra Severgnini/ Scalfari .

Nella coppia Padellaro/ Augias chi tira pugni è Padellaro. Augias sembra uno che le ha prese di santa ragione ed ancora non si è ripreso,  mentre con buone maniere ammanta banalità ed ovvietà e risponde picche alle domande della Gruber che gli chiede di politica, e  che  lui dichiara  di non conoscere a  fondo.  Peché allora c'è andato sul ring? Per presentare il suo nuovo libro?

Nella seconda coppia, salita sul finto ring, Severgnini - che ha sempre l'aria di 'primo della classe'  cui non sfugge nulla in nessun campo, non proprio il massimo della simpatia nonostante i suoi forzi sovrumani per apparire 'piacione', e che invidiamo soprattutto perchè parla sempre inglese che noi non consociamo - e Scalfari che, oltre che per l'età e la lentezza conseguente, porta i segni  dei pugni che c'ha preso che l'hanno reso anche incontinente. Altrimenti quei fatterelli relativi al cimitero e soprattutto alla garconnière berlusconiani poteva risparmiarseli, richiesto semplicemente di fare gli auguri per gli ottant'anni a Berlusconi.
 Sul primo ring fra i due un accenno di lotta c'era, mentre si allenavano a mandare al tappeto in ambedue gli incontri Renzi ed il suo referendum; sul secondo era tutta una finta, anzi i due hanno fatto a gara, pur agendo sulla carta stampata (di appartenenza) su fronti diversi, a difendere sia Renzi che il referendum. Qualche pugno, innocuo, hanno fatto finta anche loro di tirarselo, ma niente di serio.

Dal salotto di Lilly alla piazza di Giovanni (Floris). Qui, come in piazza, si parla di tutto e così passa la serata, ci si ritrova dopo cena e si resta a cazzeggiare fino a notte inoltrata, quando i regolamenti comunali consigliano a tutti di andare a casa se non si vogliono prendere multe per schiamazzi.
 C'è anche Massimo D'Alema che dà veramente l'impressione di essersi scolato un bel litro di vino a cena, non sappiamo se del suo. Certo è che gli ha fatto male. Se Giovanni non  lo avesse più volte chiamato per nome, incalzandolo con le domande - come del resto hanno fatto poi anche altri due giornalisti invitati nella piazza - chiunque avrebbe potuto pensare che su quella poltrona non c'era D'Alema bensì Brunetta e in certi momenti Salvini o Grillo, e financo Travaglio.

Ma come può presentarsi in tv, con quale faccia intendiamo, uno che è del PD e sparare a zero su tutto e per tutto contro Renzi? Non gli sta bene la data del referendum - mancanza di rispetto per gli italiani che dovranno andare a votare in un periodo freddo, suvvia - la riduzione dei parlamentare, l'abolizione del Senato, il risparmio. Nulla, proprio nulla. Tanto che - ma non è la prima volta che gli si chiede - Giovanni gli chiede cosa gli abbia mai fatto Renzi per avercela così tanto con lui. Ha biascicato qualche parola per rispondere alla domanda delle domande, lasciando intendere che Renzi è per lui, per il Pd e per l'Italia tutta l'incarnazione del male assoluto.
 Alla prossima beva meno e cambi fornitore, perchè il vino che s'è scolato poteva essere avariato.
                      

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