Ci siamo. Per la prima volta, il calo dei ‘consumi’ culturali è grave, quasi drammatico, dopo anni di tenuta nonostante la crisi. Nel 2012, infatti, gli italiani sono andati di meno a cinema, a teatro, ai concerti e alle mostre d’arte, oltre al fatto che leggono meno libri (ma questa non è una novità), mentre i musei hanno perso un visitatore su 10, come racconta il rapporto di Federculture, sulla cultura in Italia nell’anno 2012.
Il Rapporto di Federculture lancia l’allarme sul settore, ma avverte: il problema non è solamente imputabile alla crisi. Nonostante tutto, agli italiani la cultura piace. Il problema è da imputarsi al sistema. Basti considerare che i visitatori di tutti i musei statali italiani superano leggermente quelli di Londra, ad esempio. Il presidente di Federculture, Roberto Grossi, denuncia apertamente:
“Siamo in un tunnel: si registra una completa assenza di fiducia, anche tra gli operatori del settore, e tutto questo a causa di leggi stupide. La responsabilità cade sulla totale assenza di programmazione e su una politica debole che allontana i privati”.
Alla luce di quanto diffuso dal rapporto 2012 sulla cultura stilato da Unioncamere e Symbola, si evidenziava invece un potenziale produttivo del Pil di quasi il 5% da parte della cultura, capace di coinvolgere centinaia di migliaia di imprese e di creare posti di lavoro.
Ciò denota come la colpa del sistema sia effettivamente non priva di ragioni. Basti considerare l’esempio Pompei, emblema di noncuranza del Governo per quello che da più parti, e non a torto, viene definito il vero petrolio del Paese.
Nel dettaglio, dai 72 miliardi del 2011 si è scesi ai 68,9 miliardi di spesa "culturale" del 2012. Il settore che ne ha risentito di più è quello dei concerti (-8,7%), seguito dal teatro (-8,2%), dal cinema (-7,3%) e dai musei (-5,7%).
A pesare di più sul settore, la mancanza delle attenzioni statali e soprattutto degli investimenti privati, con un crollo delle sponsorizzazioni (-9,6% rispetto all’anno precedente, e addirittura -42% rispetto al 2008).
Bologna e Torino sono le città italiane che hanno più risentito della crisi della cultura, registrando un calo rispettivamente del 17,7% e del 14,7%.
Male anche Roma e Milano, con una riduzione del 6,3% e del 5,7%. Sugli scudi, invece, Firenze e Venezia, con un incremento, rispettivamente, dell’8,3% e del 4,8%. Ma forse il peggio non è finito, e la luce in fondo al tunnel non si vede ancora.
Nessun commento:
Posta un commento