sabato 9 marzo 2024

L'anno difficile di Fuortes, secondo Roberto Grassi ( Corriere della Sera)

 Se... con quelli non si fa la storia. E questo vale anche per Fuortes. Manager con  molte medaglie guadagnate sul campo e ora, da quasi un anno  a spasso, per aver barattato la sua uscita dalla Rai con un posto promesso ma non ancora concesso dal Governo 'disarcionatore', che al grido 'abbiamo vinto noi fatevene una ragione', prova a mandare a casa tutti quelli che non sono della sua parte politica, Fuortes compreso. 

Scrive Grassi che Fuortes non avrebbe dovuto dimettersi - che è poi  il parere di molti commentatori ed anche di alcuni estimatori di Fuortes - e  avrebbe dovuto restare in Rai fino alla fine del suo mandato,;mpossibile per Meloni  buttarlo fuori senza il suo consenso.

 Comunque Fuortes decise diversamente - come abbiamo scritto anche noi tante volte e ripetuto proprio oggi - uscì dalla Rai con la promessa che o Milano( ?) o Firenze (?) o Napoli( ?) sarebbero state le sue prossime destinazioni come sovrintendente. Ma fino ad oggi anche grazie a quel pasticcione di Sangiuliano, Fuortes è a spasso da un anno circa. Possiamo dire: ben gli sta? Se avesse avuto più dignità  sarebbe restato in Rai, anche per combattere - come gli hanno rimproverato anche quelli della sua stessa parte politica che è la sinistra ( da Veltroni a Bettini  ed altri). Sinistra dalla quale  ha sempre finto di mantenere le distanze, a differenza, ad esempio, di Gianni Borgna, presidente di Musica per Roma che dovette lasciare quando cambiò il potere capitolino. Lui no,  perchè non politicamente altrettanto segnato - dicevano con mezzo sorriso quelli che lo conoscevano o che lavoravano con lui. 

 Ci ha colpito, del ritratto che ne ha tracciato Roberto Grassi, l'ultima pennellata, dove si accenna al suo arrivo all'Opera di Roma e alla sua vittoria nella battaglia intrapresa con  i dipendenti che erano, come i protagonisti del film di Fellini: Prova d'orchestra, in totale anarchia che Fellini aveva riassunto in quella scritta sul muro in rima: 'Direttorazzo dirigi sto cazzo'. Lui mise ordine e sottomise orchestra e coro.

 E no, caro Grassi. Fuortes dovette fare marcia indietro dopo aver sostenuto la bestialità di 'esternalizzare orchestra e coro'. Che fece ridere mezzo mondo. Ma come il sovrintendente non capisce che un  teatro d'opera è la sua orchestra il suo coro più di ogni altro? Solo un ignorante può sostenere ciò che Fuortes proponeva, avendo dalla sua parte, così si dice - il solito Nastasi, l'Attila della Musica in Italia; un ignorante ed un barbaro coalizzati contro l'esistenza stessa della Musica.

Si sa poi come andarono le cose. Fuortes non ebbe la meglio - come, invece, scrive Grassi - perchè dovette rimangiarsi quella bestialità, anche se, occorre dirlo, fece pagare ai dipendenti, un prezzo economico, di cui ancora portano i segni.

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