domenica 3 dicembre 2023

FdI a Salvini, a proposito del raduno di Firenze: così perdiamo credibilità' ( da La Repubblica, di Ernesto Ferrara, Emanuele Lauria)

 


Matteo Salvini sul palco di Firenze
Matteo Salvini sul palco di Firenze

 Bacioni sovranisti da Firenze. Con Matteo Salvini superstar nella foto di gruppo coi leader dell’ultradestra, tutti radunati alla Fortezza da Basso per lanciare l’assalto a un’altra roccaforte: quella europea. Il leader della Lega torna capitano per un giorno e alla kermesse dell’Internazionale nera si scaglia contro FI e FdI che «sbagliano sulle alleanze a Bruxelles». I toni sono alti, inversamente proporzionali alle presenze dei big: mancano la francese Marine Le Pen, l’olandese Geert Wilders e il portoghese Andrè Ventura. «Basta con l’Europa dei banchieri e di Soros», dice Salvini, che paragona l’Ue a un «Golia massonico e burocratico». «Il centrodestra — afferma — per la prima volta può liberare Bruxelles da chi la occupa abusivamente, via dal tempio».

Ma è un linguaggio persino soft, se paragonato a quello degli altri dirigenti di Identità e democrazia, rappresentanti di dodici Paesi: il romeno George Simion di Aur alterna termini come «pazzi» e «malati» parlando di Ursula von der Leyen e Franz Timmermans. L’austriaco Harald Vilimsky, leader dell’Fpo, dice che «è sbagliato il sostegno all’Ucraina e altrettanto sbagliato sostenere la guerra di Israele contro la Palestina». In un crescendo ecco Tino Chrupalla, presidente dell’Afd, faro dell’estrema destra tedesca filo russa, che definisce «l’Europa una casa con tanti appartamenti» ma auspica anche un muro «per tenere fuori tutti gli indesiderati».

«Questo non è un cantiere nero ma un’onda blu», chiude dal palco Salvini tentando l’appassionata arringa finale. Ma il clima è quello della sfida totale a Bruxelles. Con l’ennesimo avvertimento agli alleati in Italia: «Sarebbe un errore fatale dividersi» proprio a Strasburgo al voto di giugno. «Sbaglia» Antonio Tajani, numero uno di FI, a disdegnare il patto che unisce i leghisti ai tedeschi di Afd e a Marine Le Pen. E sbaglia chi alza il ciglio anche in FdI e, non facendo fronte comune, rischia di favorire un nuovo patto tra popolari e socialisti, fa sapere Salvini. Il commissario Ue Paolo Gentiloni, dice, «sta lavorando all’inciucio». C’è lo stato maggiore del Carroccio a Firenze, dai governatori FontanaZaia Fedriga al ministro Giorgetti, fino al presidente della Camera dei deputati Fontana. Le note di “Libertà è partecipazione” risuonano nel padiglione Cavaniglia dove si tiene l’evento, ma tanto è preso sul serio Gaber che i giornalisti non possono entrare. Firenze è in subbuglio, quattro sit in di Anpi e Pd al mattino, nel pomeriggio un corteo dei centri sociali con 500 persone con fumogeni e lo striscione «Salvini Le Pen Firenze vi schifa». Per il segretario leghista è tutta colpa di Nardella, da giorni suo bersaglio. «Mi pare che il raduno dei sovranisti abbia fatto flop», riancia il sindaco e candidato dem in pectore alle Europee, intervistato a In mezz’ora su Raitre. Ma i salviniani negano, parlano di 2 mila presenze. Sul palco volano insulti alle istituzioni europee, ai «bengalesi integralisti», ai giornalisti. Il bulgaro del partito Rinascita Kostadin Kostadinov dice che «asiatici e africani ci stanno sostituendo».

Giorgia Meloni apprende di questo campionario di sortite decisamente poco istituzionali mentre è in missione a Belgrado. La premier è perplessa, nel suo ruolo non può condividere l’aggressione ai vertici Ue che arriva dai compagni di viaggio di Salvini. L’ordine di scuderia è evitare la polemica diretta. Però stavolta FdI non lascia passare quella che fonti del partito a Bruxelles definiscono «propaganda»: «La destra di Meloni — si fa sapere — ha dimostrato come si possa portare la Von der Leyen a Lampedusa e in Tunisia per fermare l’immigrazione illegale o firmare un piano d’azione con Scholz rimanendo sempre radicalmente alternativa alla sinistra. Siamo certi che la Lega conosca il limite che esiste tra i toni della campagna elettorale e la necessità di non compromettere la credibilità e gli interessi italiani». E in ambienti di FdI si replica anche alle dichiarazioni degli alleati europei di Salvini sulle crisi internazionai: «La posizione del governo italiano è chiara e senza ambiguità su Ucraina e Israele, grazie al sostegno compatto di tutta la maggioranza: Lega compresa».

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