venerdì 19 maggio 2023

Pasquale Bellini ( Gazzetta del Mezzogiorno) dileggia l'opera. Cambi almeno cognome!

Ho appena letto, di Pasquale Bellini, che insegna all'Università di Bari, 'storia della scenografia',  una 'riflessione' sulla Gazzetta,  dal titolo ' 'Leggerezza comica a cominciare dal Turco in Italia di Gioacchino Rossini' ed ho scoperto - finalmente - che la 'noia',  tipica di festival e rassegne musicali', quest'anno dalla 49.ma edizione del Festival della Valle d'Itria, è stata bandita. 

Perchè, dice Bellini - abbia, a questo punto, il coraggio di cambiarsi il cognome!- la programmazione del nuovo direttore artistico austriaco,  con  i titoli 'buffi' e l'operetta, alleggerirà la pesantezza delle riscoperte che hanno da sempre rappresentato la caratteristica del festival pugliese; fondato da un Punzi, ed ora presieduto da un altro Punzi, dopo la scomparsa del primo.

 (Assistemmo,  quasi mezzo secolo fa, 1978, alla Nina finta pazza per amore di Paisiello - direttore Marrone, protagonista Cuberli - senza annoiarci, nel cortile del Palazzo Ducale, e ne scrivemmo su Paese Sera).

 Riflette poi che anche in passato quel festival ha spesso scongiurato la 'noia' tipica di tali manifestazioni, ospitando, ad esempio,  Elio - quello che un tempo apparteneva alle 'Storie Tese', che ha tenuto, anche dopo aver lasciato il gruppo, le  folte sopracciglia che si fa venire a rate dalla lontanissima foresta amazzonica - e che ha fondato sulla dissacrazione 'all'acqua di rose' tutta la sua fortuna.

 Elio ha fatto in passato a Martina Franca uno spettacolo sul Barbiere di Rossini - l'unico che il mondo conosce! - dal titolo 'Figaro su, Figaro giù' , che io non andrei mai a vedere neanche se venisse  a prendermi una carrozza trainata da una dozzina di cavalli bianchi.

 Dopo che Elio è stato ingaggiato, qualche anno fa, da una casa produttrice per una collana di video dedicata alla Storia della Musica, nella convinzione che la Musica da sola non fosse abbastanza attraente ( che è poi ciò che pensa anche Pasquale Bellini), ed avesse perciò bisogno di un buffone da strapazzo; dopo quella banalissima ed inutile avventura, Elio è diventato l'idolo delle platee di quei festival che Bellini - e daje con 'sto cognome!-  definisce  piazze della 'noia'.

Elio, in queste sue sortite inutili ed anche volgari, ha anticipato un filone che è un insulto alla nostra arte, e che si è di recente materializzato nel video fatto confezionare dalla Santanchè, stalkizzando la 'Primavera' di Botticelli, per la campagna di promozione turistica del nostro Paese: 'Open to Meraviglia'; ma  che, nell'originale, resta molto  più efficace dell'ultima farsetta. 

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