lunedì 17 aprile 2023

Era d'aprile. Le 21 primavere di Tony Pappano a Roma

 La prima volta che Pappano mise piede a Santa Cecilia, fu il 28 aprile del 2002, per la stagione sinfonica che aveva luogo, ancora nell'Auditorium della Conciliazione. La sua fu una sostituzione; con lui il pianista argentino Horacio Lavandera, fresco di vittoria al Concorso 'Busoni' di Bolzano.

 In programma un brano fresco di scrittura di  Peter Ruzicka,  Memorial per G.S. (quelle iniziali stavano per Giuseppe Sinopoli, scomparso prematuramente l'anno prima) il Concerto in sol di Ravel e, a chiusura, la Sinfonia n.10 di Sciostakovic.

Sempre d'aprile, l'anno successivo, dopo la furibonda lite fra Chung e Berio, al momento dell'inaugurazione  della sala grande del nuovo Auditorium, l'8 aprile 2003 , l'Accademia dà l'annuncio ufficiale che dalla stagione 2005-6 Pappano subentrerà a Chung, con l'incarico di 'Direttore  musicale' dell'Orchestra dell'Accademia. La prima inaugurazione di stagione, a lui affidata, ebbe luogo il 27 ottobre del 2005, con il War requiem di Benjamin Britten.

 Prima di quell'insediamento ufficiale, ancora d'aprile, Pappano, direttore 'designato' era venuto a Roma a dirigere un concerto nella stagione  2003-4, il 20 aprile 2004; in programma musiche di Haydn, Kodaly, Richard Strauss.

 La prima volta che noi lo incontrammo, fu ai primi di maggio del 2003, dunque appena un mese dopo la sua nomina, al Covent Garden, e ci fece subito una bella impressione. Tornava da un viaggio, ma non a Roma, arrivò in perfetto orario all'appuntamento, poche ore prima di iniziare le prove in teatro; si era fatto portare dei tramezzini  che avrebbero sostituito il pranzo. Aveva 44 anni non ancora compiuti, era un giovane direttore allora, ma in grande ascesa, come chiaramente attestavano i suoi due nuovi contemporanei incarichi a Londra e Roma, dopo gli anni di Bruxelles. Pubblicammo quella nostra intervista, la prima a Pappano, su Il Giornale.

Nel 2004, quando venne a Roma a dirigere diversi concerti, facemmo a lui ed a Cagli, succeduto a Berio  che era morto a maggio del 2003,  e dopo la breve parentesi di Perticaroli al vertice dell'Accademia, la proposta di scrivere la biografia di quel giovane direttore, di origini italiane, che arrivava a Roma praticamente sconosciuto. Fra parentesi, i vari repertori musicali, usciti negli anni dopo il 2003, ancora non riportavano il suo nome -  per dire la vergogna di certa musicologia e critica musicale. 

La proposta venne accettata, ci mettemmo al lavoro, incontrammo molte volte Pappano, che allora risiedeva al Residence Ripetta; ci facemmo spedire da Oslo, Bruxelles e Londra, tutti i programmi dei suoi concerti e delle opere, per riprodurli fedelmente, al fine di dimostrare che seppure poco conosciuto in Italia, Pappano aveva fatto un apprendistato prestigioso che con l'incarico di Roma, aveva il giusto coronamento.

Da allora, primavera del 2003, sono trascorsi 21 anni, 18 da direttore musicale a Santa  Cecilia, e proprio l'altro ieri, il 15 aprile - ancora quel mese che gli è stato propizio - Pappano ha diretto il suo ultimo concerto  a Roma. Quando vi ritornerà, sarà nella veste di 'direttore emerito'.

 Speculare al suo concerto romano d'esordio del 28 aprile 2002 all'Auditorium della Conciliazione, il programma del concerto di commiato: la Sinfonia n.10 di Sciostakovic, una novità di Claudio Ambrosini, e di Strauss, i Quattro ultimi Lieder.

 Sarà difficile per chiunque altro, se non impossibile, navigare per tanti anni sempre con il vento in poppa, come è accaduto a Pappano, che naturalmente se lo è meritato, ma che, sull'onda del generale consenso, non è stato mai oggetto di una seppur piccola critica.  Tale atteggiamento della critica a noi non è piaciuto, e lo abbiamo detto, senza per questo disconoscerne la bravura e la preziosità del lavoro  svolto con l'orchestra e con gli artisti ospiti, specie i cantanti che lo hanno sempre adorato.

 Siamo stati presenti per anni a tutti i concerti di Pappano a Rona, lo abbiamo seguito nella sua una prima importante tournée in Europa, poi ad un certo punto abbiamo smesso.  Non per colpa di Pappano e neppure nostra. Bensì di  Bruno Cagli ( che non aveva gradito alcune cose che avevamo scritto nella nostra biografia di Pappano edita da Skira; e poi di dall'Ongaro, che ci aveva denunciato per calunnia ( avevamo scritto dei suoi traffici in Rai,  a Radio 3, per arrivare a Santa Cecilia, farsi eleggere accademico e successivamente sovrintendente  con la benedizione di Cagli , che forse successivamente se ne pentì) e si era vista rigettata la sua accusa e la assoluzione completa  per noi. 

Se la legò al dito, e per  quella sua sconfitta giudiziaria, ha fatto sì che i nostri rapporti con l'Accademia si interrompessero, al punto da non riconoscerci neanche la quarantennale attività di critico che abbiamo continuato ad esercitare anche su questo blog. Da anni non riceviamo nessun comunicato dall'Accademia e neanche un biglietto come spetterebbe ad un critico musicale, quale noi siamo e che lui non ci riconosce più evidentemente.

 Naturalmente questa situazione ha causato il diradarsi della nostra presenza all'Auditorium; di questo, Pappano non si è neanche accorto, o ha fatto finta di non accorgersi, e quando glielo abbiamo fatto notare ci ha risposto che 'era offesissimo' dell'accusa che gli  muovevamo di aver badato soprattutto alla sua carriera, e di non essersi mai chiesto che fine avevamo fatto.

 Naturalmente non era tenuto, ma se una persona frequentata per anni e con la quale si erano creati rapporti di amicizia, all'improvviso non si fa più vedere, uno  si chiede il perchè di tale sparizione. Noi a Pappano abbiamo rimproverato, senza sconti, tale disattenzione colpevole. E anche per questo, per parte nostra abbiamo interrotto i rapporti con lui.

Ora, nonostante tutto, via da Roma, gli auguriamo che abbia a Londra lo stesso successo, e la sua definitiva incoronazione musicale, dopo la sua partecipazione ufficiale al concerto per l'incoronazione di Carlo III a Londra, il prossimo maggio. Per una nuova primavera musicale. Auguri! 

 

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