lunedì 7 marzo 2022

AUGIAS l'orecchiante, pericolo costante

 Ieri, nella trasmissione settimanale di Rai Tre, REBUS, affidato alla strana coppia Zanchini-Augias, il secondo non era in studio, ma a Torino, dove, ha spiegato: 'stiamo preparando la trasmissione di musica che andrà in onda a partire da maggio,  con l'Orchestra Nazionale della Rai, magnifica.  E magari la settimana prossima vi facciamo vedere qualcosa". 

 Nel corso della trasmissione, dedicata in toto alla guerra, Zanchini, dallo studio, ha accennato alle prese di posizione di esponenti  del mondo della cultura e della musica, di cui si discute da giorni, soprattutto del caso Gergiev. E Zanchini  ridando la parola ad Augias, ha specificato. " poi questa è materia sua, Corrado". Non abbiamo ascoltato la risposta di Augias, ad essa abbiamo preferito continuare la telefonata con  il nostro amato nipotino.

 Zanchini, ma quale materia sua? Non ci si metta anche Lei  ad accrediotare in Augas conoscenze che non ha se non da orecchiante. 

 Puntualmente, Augias, anche ieri ha dimostrato di essere un banale orecchiante di musica, quando ha detto, per indicare la sua conoscenza in tale materia che, in passato un "celebre compositore russo, Mussorgky, ha dedicato una sua opera all'Ucraina, la  Grande Porta di Kiev". Non c'è neppure bisogno di spiegare ad Augias come stanno le cose a proposito di quel brano  che è poi la parte conclusiva dei suoi, di Mussorgsky, Quadri, omaggio postumo ad un pittore cui era dedicata una esposizione. E' roba che sanno tutti.  E anche questo non è che l'ennesimo esempio della preparazione musicale di Augias  che è prossima allo zero, se non sotto zero.

Poi Augias,  intervenendo su un altro argomento di cui in studio Zanchini parlava con il prof. Andrea Riccardi, fondatore ella Comunità di Sant'Egidio, ha voluto fare sfoggio della sua altrettanto inesistente preparazione in fatto di teologia, quando ha detto allo studioso che sottolineava come la frammentazione delle chiese 'ortodosse' rendesse difficile un intervento della Chiesa nella soluzione della crisi, che ' fra cattolici ed ortodossi c'è poi la questione del filioque". In molti, se non tutti, i telespettatori si saranno chiesti cosa voleva dire il dotto Augias, con quella parola sibillina che lì non aveva altro senso che dimostrare che lui anche di teologia si intendeva, per aver fatto da microfono ad esperti della materia. Non serve che lo spieghiamo ai nostri lettori ai quali ragionare ora sulla natura del 'figlio' di dio, Gesù Cristo, questione irrisolta fra ortodossi e cattolici, non interessa.

Chi non ha ancora capito quali siano le ragioni della nostra disistima nei confronti di Augias, cui riconosciamo solo l'abilità di parlatore, oggi rallentata dall'età,  rifletta sul fatto che il giornalista sta alla musica ed alla teologia come i no vax alla scienza medica - sperando di essere stati chiari.


P.S.

 Non vogliamo, occupati a fare le pulci ad Augias, passare sotto silenzio un altro campione del giornalismo italiano, Massimo Gramellini, che ogni settimana, sempre su Rai Tre, si occupa di 'PAROLE' e che ha dimostrato, proprio lui, sabato scorso, di non fare attenzione alle parole che dice, quando ha attribuito la sinfonia 'Leningrado' a Rachmaninov, mentre è di Sciostakovic. 

    

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