giovedì 7 gennaio 2021

Trump, con notevole ritardo, ammette la vittoria di Biden ( da La Repubblica, di Federico Rampini)

 Con un giorno e mezzo di ritardo arriva il “discorso della concessione” di Donald Trump. Pentito solo a metà per la tragica giornata del 6 gennaio, il presidente uscente si rassegna a diffondere un messaggio video in cui prende atto che dal 20 gennaio alla Casa Bianca ci sarà un altro. Due minuti e mezzo, senza mai riconoscere la validità dell’elezione, ma prendendo atto che Joe Biden sarà il successore. “Servirvi da presidente – dice Trump – è stato il più grande onore della mia vita. Ora mi concentro su una ordinata, tranquilla transizione del potere”.

C’è in aggiunta appello perché “gli animi si calmino”. Troppo poco, troppo tardi. Forse se lo avesse detto 24 ore prima, quando arringava la manifestazione vicino alla Casa Bianca, non ci sarebbe stato l’assalto al Congresso? O forse ci sarebbe stato lo stesso visto che lui da settimane alimentava la folle aspettativa che i parlamentari sotto la guida del suo vice Mike Pence potevano ancora ribaltare il verdetto degli elettori. L’intervento tardivo di Trump non placa le iniziative dei democratici per cacciarlo prima della scadenza naturale del suo mandato: all’unisono i due leader della nuova maggioranza alla Camera e al Senato – Nancy Pelosi e Chuck Schumer – invocano la rimozione del presidente attraverso il 25esimo emendamento, o il suo impeachment. Il Wall Street Journal di Rupert Murdoch in un editoriale gli dice: “Deve dimettersi per evitare l’impeachment”. E cade la prima testa per la débacle delle forze dell’ordine: si dimette il capo della polizia del Campidoglio, il corpo speciale che deve difendere il Parlamento.

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