giovedì 7 gennaio 2021

Fondazione GIMBE. Terza ondata Coronavirus è dietro angolo. Le misure a singhiozzo non sono sufficienti e sono dannose ( Il Sole 24 Ore)

 Inversione della curva con casi in aumento del 26,7% (114.132 rispetto a 90.117) dopo sei settimane consecutive di calo e a fronte di una discesa dei tamponi e quindi dei casi testati di oltre il 20%. Nuova risalita dei decessi (3.300, pari a +3,6%) e pressione stabile sugli ospedali, con area medica e terapie intensive sopra soglia di saturazione in metà delle Regioni. Questo il bilancio dell'epidemia di Covid-19 tracciato dalla Fondazione Gimbe per la settimana 29 dicembre-5 gennaio.

 

«Si intravede l'inizio della terza ondata - avvisa il presidente Nino Cartabellotta - con numeri troppo elevati per riprendere il tracciamento, reale impatto del vaccino molto lontano poiché senza il via libera dell'Ema ad altri vaccini (AstraZeneca in primis) o l'anticipo improbabile di consegne, potremo vaccinare circa il 5% della popolazione entro marzo e meno del 20% entro giugno, e dati preoccupanti sulle nuove varianti».

In questa fase è molto complesso valutare l'evoluzione della curva per il sovrapporsi degli

effetti di restrizioni e allentamenti introdotti nelle varie Regioni e/o con tempistiche differenti. In generale, però, secondo la Fondazione Gimbe, tenendo conto che l'impatto delle misure si riflette sulla curva epidemiologica dopo circa 3 settimane: gli effetti delle misure introdotte con il DPCM 3 novembre 2020 si sono definitivamente esauriti. E le curve cominciano a riflettere i progressivi allentamenti che hanno portato ad un'Italia tutta gialla. Per Cartabellotta «va rivisto il sistema delle Regioni “a colori”» perché «i risultati sono modesti a fronte di costi sociali ed economici elevati». A quasi un anno dallo scoppio dell'epidemia – conclude Cartabellotta – «non è più accettabile la (non) strategia basata sull'affannoso inseguimento del virus con l'estenuante alternanza di restrizioni e allentamenti che, di fatto, mantiene i servizi sanitari in costante sovraccarico, danneggia l'economia, produce danni alla salute delle persone e aumenta inesorabilmente il numero dei morti».

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