venerdì 4 dicembre 2020

QUANDO IL TROPPO AMORE - come quello di Piero Farulli per la 'sua' Scuola di Musica di Fiesole' - PUO' DANNEGGIARE L'OGGETO AMATO

In questi giorni si  sta svolgendo, a distanza, un convegno internazionale di studio, promosso dalla Scuola di Musica di Fiesole, in coincidenza con i cento anni dalla nascita del suo fondatore, Piero Farulli , il mitico violista del Quartetto Italiano, insigne didatta.

 A leggere la locandina siamo stati colti dal dubbio che potesse trattarsi di un convegno di medicina, NEUROSCIENZE per la precisione, che la Scuola di Fiesole aveva solo ospitato o si era offerta per organizzarlo. 

 E, invece no, nell'ultima delle tre giornate, la Scuola ha riunito alcuni fra i più facondi musicisti ed operatori musicali per far loro diffondere il messaggio della necessità di 'praticare' veramente la musica in tutte le scuole italiane. Messaggio non nuovo perchè da molti anni esiste presso il MIUR un comitato che se ne fa carico (senza evidenti risultati concreti, quelli sperati e desiderati) inaugurato ed ancor presieduto dall'ex ministro Luigi Berlinguer.

 Ciò premesso, vogliamo rispolverare un episodio, riguardante anche la Scuola di Fiesole, che ci vide in totale disaccordo con Piero Farulli. 

Accadeva agli inizi degli anni Novanta del secolo passato  quando il CIDIM, forse su nostro suggerimento ( ma non ricordiamo con esattezza a chi venne l'idea) decise di preparare una ricerca da esporsi poi in un pubblico convegno, sugli studi musicali post Conservatorio, quelli cioè che davano al giovane musicista appena diplomato gli strumenti concreti per entrare nella professione, visto che il Conservatorio non ne era capace (e forse non lo è tuttora, checché se ne dica o pensi!).

Presso la sede del CIDIM, ancora  nei pressi di Piazza Cavour, si insediò un comitato di studio del quale facevano parte, oltre noi naturalmente, Gisella Belgeri, Marina Carloni, e Marcello Ruggeri, autore quest'ultimo di molti studi nel campo dell'organizzazione musicale per conto del CIDIM.

Venne fuori che in Italia c'era davvero bisogno di un livello di studi musicali superiore, post conservatorio, con lo scopo preciso di avviare alla professione i giovani musicisti appena diplomati; e che  allo stato dei fatti l'unica Accademia musicale riconosciuta dallo Stato  e che rilasciava diplomi ' accademici' era l'Accademia di Santa Cecilia, che da sempre ha avuto anche una ricca ed importante attività di formazione musicale superiore, sebbene limitata ad alcune discipline.

Questa situazione  non teneva conto che, ad esempio, in Italia c'era una Scuola che dell'avviamento dei giovani musicisti a lavorare in orchestra aveva fatto il suo punto di forza e questa era la Scuola di Fiesole, fondata da Farulli che, a tale scopo, aveva anche messo su una Orchestra Giovanile Italiana, che negli anni era stata presa in carico per l'attività concertistica vera e propria che seguiva i periodi di studio, da illustri direttori. Anche in considerazione dei risultati universalmente riconosciuti, nessuno poteva mettere in dubbio l'eccellenza della Scuola di Farulli.La quale si era guadagnata sul campo  i galloni in funzione dell'avviamento al lavoro in orchestra dei giovani musicisti. 

Ma il lavoro d'orchestra non esauriva  le possibilità lavorative dei musicisti; altri campi di lavoro non erano presenti nelle discipline della scuola fiesolana. Pensiamo al canto, alla composizione, al concertismo solistico, ad esempio in campo  violinistico o pianistico.

Al termine della ricerca, ci convincemmo che in Italia mancavano le occasioni di formazione per l'avviamento concreto alla professione musicale, che i nostri giovani studenti andavano a cercarsi all'estero, una volta conseguito il diploma in Conservatorio.

 E allora che fare? Era nostro intento richiedere ufficialmente,, dati alla mano, ai ministeri competenti l'istituzione, giuridicamente riconosciuta, al pari dell'Accademia di Santa Cecilia,  di alcune altre Accademie da individuarsi e promuovere fra quelle già esistenti ed attive, i cui risultati erano sotto gli occhi di tutti.

Prima di organizzare un convegno nazionale, come poi facemmo, da tenersi nella sede dell'allora Ministero dei Turismo e Spettacolo, alla Ferratella, dicastero direttamente interessato alla questione, riunimmo al CIDIM i rappresentanti di alcune di queste istituzioni, alcune delle quali avevamo individuato con la nostra ricerca.

Non ricordiamo i nomi di tutti i presenti, ma ricordiamo benissimo che la Scuola di Fiesole  era rappresentata da Farulli e dalla Verchiani.

Il quale Farulli, senza mezzi termini - né la Verchiani tentò minimamente di farlo venire a più miti pensieri - disse  che non era d'accordo con la nostra iniziativa che  avrebbe avuto come risultato parallelo, quello di mettere le altre prestigiose istituzioni da noi individuate, sullo stesso piano della Scuola, la 'sua' Scuola di Fiesole. Non poteva accettarlo. Le altre Istituzioni alle quali avevamo pensato erano l'Accademia Chigiana (  per la quale andava individuato il settore nel quale  avrebbe dovuto agire secondo il nostro piano; Farulli oppose che quella pur storica Accademia non poteva essere messa sullo stesso piano della sua Scuola considerato che era aperta solo d'estate, mentre la 'sua' Scuola lavorava tutto l'anno).  Indirettamente non riconosceva neanche l'eccellenza della Accademia pianistica di Imola, fondata da Franco Scala( ed alla quale, consentiteci di ricordarlo, noi con la nostra rivista Piano Time, avevamo offerto preziosa collaborazione!); e ancora a Cremona per il violino, come all'Aslico per il canto - da potenziare nel settore della formazione, mentre l'attività in palcoscenico e in tournée era  lì privilegiata ) ecc...

Insomma agli occhi del suo fondatore, cioè Piero Farulli, riconoscere i meriti di alcune prestigiose istituzioni musicali italiane, voleva dire sminuire, automaticamente, il prestigio della sua Scuola.

 Farulli fu irremovibile e allora quella nostra ricerca, i cui  preziosi risultati possono essere ancora consultati presso l'archivio del CIDIM, non sfociò in una richiesta ufficiale al Ministero per il riconoscimento di altre importanti scuole di perfezionamento (cosa che peraltro è avvenuta molti anni dopo, ad esempio per l'Accademia di Imola!) ma nella semplice esposizione dei dati della ricerca, in un  già ricordato convegno nazionale presso il Ministero del Turismo e Spettacolo.

 Il riconoscimento allora non l'ebbe naturalmente neanche la Scuola di Fiesole. Supponiamo che quell'atteggiamento di Farulli sia stato  alla base di altri no ricevuti negli anni dalle istituzioni alle cui porte egli aveva  bussato per ottenere ciò che si meritava, in termini di finanziamento e riconoscimento giuridico (analogo destino è toccato all'Orchestra milanese 'Giuseppe Verdi' per l'ingiustificata opposizione del Ministero: leggasi Nastasi).

 Di conseguenza ciò che noi intendevamo fare per la Scuola di Fiesole come per altre prestigiose Scuole di perfezionamento, fallì clamorosamente, perchè Farulli  si rifiutava diaccettare che fossero messe sullo stesso piano della sua. Troppo amore, ma distruttivo!

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Abbiamo ritrovato nel nostro archivio una lettera che Farulli ci scrisse il 13 giugno 1991, poco tempo prima dei fatti che abbiamo sopra raccontato. La riproduciamo.

Scuola di Musica di Fiesole. Il Direttore

                                                  Gent.mo dott. Pietro Acquafredda

Carissimo dottore,

 mi è dispiaciuto il modo spiccio con cui Antonio Leone, il conduttore di 'ON-OFF', ha chiuso il nostro conversare televisivo a distanza.

Spero che avrà ben compreso che non volevo certo decantare l'attività della Scuola in quella sede, ma quando ho visto esaltare l'avventura mozartiana di Peter Maag non ho potuto resistere; dovevo dire che due anni prima di lui, con molti meno mezzi, a Fiesole, in una scuola italiana, avevamo realizzato un sogno che io da tanto coltivavo, fin da quando ero professore al Mozarteum di Salzburg.

Le dovevo questa chiarificazione, perché alla sua amicizia tengo. Ma soprattutto (ed ecco la ragione della lettera) volevo complimentarmi con lei per l'articolo uscito su 'Il Sabato', riguardo al suo viaggio tra i grandi complessi musicali italiani.

 C'è da rabbrividire quando si ascoltano, come in questi giorni a Firenze, alcune orchestre straniere e si leggono certe esaltanti recensioni sulle nostre orchestre, elevate dagli apprezzati critici a complessi di valore internazionale.

Benvenuto dunque il suo articolo che dice grandi verità 

L'impreparazione dei musicisti per orchestra (la sottolineatura è di Farulli), e qui non vorrei incorrere nuovamente, anche con lei, in un affrettato 'Lo so, lo so...:a Fiesole da dieci anni stiamo pensando a questo.

 Nessuno, a livello nazionale, ne ha parlato, tranne un articolo di Corrado Augias su 'Repubblica'.

 Vorrei invitarla a Scuola, o, se vuole, a Castiglioncello, per lo stage dell'Orchestra Giovanile Italiana, riguardo al quale le allego un breve promemoria.

La ringrazio infinitamente per la sua professionalità e comprensione. La prego di accettare i miei più cordiali saluti

                                                                   Piero Farulli

                                                                 ( firma autografa)

Fiesole,13.06.1991

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