sabato 5 dicembre 2020

Nuove mode, per l'opera in tv, al tempo del Coronavirus

Non stiamo qui a dirimere l'attribuzione della primogenitura dell'OPERA FILM se all'Opera di Roma o alla Scala di Milano, ambedue le istituzioni se ne attribuiscono l'invenzione, causa pandemia e assenza di pubblico.  Moltissimi anni fa se ne attribuì l'invenzione Sylvano Bussotti con una sua operafilm, data al teatro del Maggio Musicale Fiorentino, 1988, con la regia di Derek Jarman, il  cui titolo era L'Ispirazione.

Comunque in questi giorni, prima ancora del Barbiere a Roma, e dello spettacolo inaugurale alla Scala, lunedì, s'è visto di tutto. In tv.

Rai 5 ha trasmesso da Firenze Otello di Verdi diretto da Mehta ha messo davanti alla tv ( Rai 5) 70.000 spettatori circa; e la Cavalleria napoletana, in forma di concerto, dunque senza scene nè costumi, ma con una cast di star, ha fatto accendere la tv in mezzo mondo da alcune decine di migliaia di  famiglie, al prezzo simbolico, per l'accesso, di 1,09 Euro. 

Ma questi  non sono dal punto di vista della tv, esperimenti veri e propri. Si facevano prima e si continuerà a farli  ora ed anche dopo. Magari l'esperimento napoletano, certo amplificato dalla bellezza dello storico teatro e forse anche dalla capacità di agire 'sulla rete' del teatro, ha fatto chiaramente capire che a creare suggestuione ed attrattiva è la musica dell'opera, anche senza rappresentazione, e la qualità musica dell'esecuzione, oltre naturalmente alla presenza di interpreti di sicuro richiamo mondiale (Garanca, Kaufmann), anche per la loro prestanza fisica, perchè negarlo?

 I veri esperimenti sono quelli dell'Opera di Roma - ieri pomeriggio, su Rai 3, Barbiere diretto da Gatti, con la regia di Martone) e della Scala di Milano, domani, con lo spettacolo  'A rivedere le stelle', che è di fatto una parata di stelle - come quella antica dei 'Concerti Martin& Rossi' e del Concerto di Capodanno veneziano, al cui successo per oltre dieci anni abbiamo contribuito - dirette da Chailly, per la cui passerella si è chiesto al regista Davide Livermore, artefice delle ultime inaugurazioni scaligere, di inventarsi, creandolo, un film. 

Magari se avessero fatto sfilare sul palcoscenico del Piermarini le star invitate, affidando loro arie celebri e popolari - come sono quelle annunciate - avrebbero ottenuto lo stesso successo che ha avuto la Cavalleria senza scene nè costumi di Napoli.

Curiosamente, a non credere sulla efficacia della musica eseguita e sul potere che la presenza di star conosciutissime nel mondo sono proprio i reggitori dei teatri, i quali chiedono a creatori moderni un aiutino, perché - ritengono - la musica da sola e e gli interpreti conosciutissimi non sarebbero in grado di offrire.

 Livermore a sua volta ha chiesto aiuto per il suo film d'opera - sull'opera,  per l'opera - agli altri miti italiani di fama mondiale come il cinema, Fellini, Risi ed altro ancora.

 Ma partendo dalla genesi dell'opera, da quel prologo dell'Orfeo di Monteverdi, che fa scendere in terra la musica che si assume un compito che  essa sola è in grado di portare a termine: alleviare i dolori dell'uomo con i suoi 'dolci accenti'.

                      Io la Musica son, ch'ai dolci accenti

                      so far tranquillo ogni turbato core

Mentre scorreranno le immagini di una Milano deserta e desolata, quasi abbandonata, causa lockdown.

In tutto tre ore di film opera in tv, a partire dalle 17 di domani.

 Come tre ore sono state quelle del Barbiere trasmesso ieri pomeriggio da Rai 3, dall'Opera di Roma, del quale andiamo ora a raccontarvi.


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